Calabria vuota e vecchia


 Secondo l’ISTAT, alla data del 31 dicembre 2022, la Calabria conta 1.800.000 abitanti: sempre di meno; e, come del resto basta guardarsi intorno, sempre più vecchi.

 E anche sugli 1.800.000, io ne toglierei un pochino, cioè quelli che, pur mantenendo la residenza ufficiale in Calabria, vivono gran parte dell’anno altrove presso o vicino a figli emigrati; vivono, quindi spendono altrove, con le conseguenze economiche che si possono immaginare. Del resto, nella storia umana si emigra per due ragioni: o per eccesso di popolazione, o per scarsezza di risorse.

 Veniamo dunque alle risorse della Calabria, quindi all’economia reale. La nostra terra (al netto di fantasie!!!) non è molto ricca di risorse, quelle del 2024, e tanto meno di dinamiche atte a dare alle risorse il valore aggiunto. E qui è il caso di ribadire che l’economia è il valore aggiunto, quindi lavoro organizzato, non certo raccolta di noci di cocco della Polinesia del XVIII secolo. Dico questo perché fu allora che nacque, attraverso Rousseau, il mito assurdo del mangiare senza fatica e senza gerarchia: tutti selvaggi, liberi e felici. Cavolate immani, cui però credono ancora tantissimi!  

 E invece serve il lavoro. Ci sarebbe il turismo, ma l’utilizzazione di questa potenzialità è molto inferiore a quanto dovrebbe; e ridotta in gran parte a un breve periodo di confusa balneazione, e in strutture approssimative, e negli anni spuntate come funghi senza il minimo progetto.

 A proposito, avete notizie del Piano Spiaggia di Soverato, del 2020?  In quale cassetto sta fornendo cibo alle tarme? E anche l’estate 2024, ammesso si sfugga a TAR e roba simile, mostrerà l’antichissimo spettacolo di lidi arrangiati. Calma: è una situazione che data da quando il nonno di Bolkestein andava ancora all’asilo. Torneremo sull’argomento.

 E che mi dite delle forme alternative di turismo, quali quello religioso, esperienziale, di salute, della terza età, culinario… in Calabria sono cose rarissime ed estemporanee, e mai con un progetto globale. Soprattutto il turismo culturale. Esempio, il fallimento del Gagini 2021: avete mai saputo del docufilm che doveva essere presentato alle scuole soveratesi e addirittura proiettato in RAI? Nessuno lo ha mai sentito nominare. Io purtroppo sì, perché ho il vizio di cascare come un pollo, senza compenso o con elemosine; ma spero, in vecchiaia, di guarire. Quanti bagnanti hanno mai visto la Pietà?

 E che sappiamo degli itinerari annunziati dalla Regione a vantaggio delle gite scolastiche, quindi dell’imminente anno scolastico? Abbiate fede: tra quindici giorni mi spiego meglio.

 Insomma, una risorsa seria potrebbe avere la Calabria, il turismo di sei mesi, e non la utilizza. 

 Altre non ne vedo molte, però, con interventi seri, un’agricoltura e un allevamento di qualità potrebbero dare una mano; ma anche in questo caso, finendola con l’improvvisazione e il dilettantismo.

 Altrimenti, è stato calcolato con il saldo negativo tra nascite e morti, la Calabria si estingue entro il 2050. Ah, Soverato conta ufficialmente 8.700 abitanti, ma vedi sopra quelli che di fatto vivono fuori.

Ulderico Nisticò