Catanzaro: Nessun segnale di “inclusione” per le “tante” associazioni sul territorio


Il solito copione già redatto come nelle precedenti stagioni non cambia, occorre, così, mettere in evidenza il lungo tempo di attesa nonostante l’immemorabile incontro avvenuto mesi fa col Sindaco Fiorita.

Dopo avergli ribadito la scarsa “considerazione” sui numerosi talenti catanzaresi, musicisti, cantanti e gruppi di vario genere musicale, ci si aspettava il minimo “cambiamento”, ma incombe, purtroppo e ancora il suo “religioso” silenzio.

In qualità di Presidente di un’associazione culturale, intervengo ancora per rappresentare questa giusta causa che non intende arretrare riguardo la meritevole partecipazione agli eventi pubblici in sana e armoniosa democrazia “popolare” e non solo di “nastro” istituzionale.

I cartelloni si ripetono tra le solite presenze e invalide iniziative viste e riviste, non sollevando la città da alcuna crisi economica e commerciale, mal centrando soluzioni adatte alla specifica “animazione” della città.

La nostra variegata cultura, non solo contemporanea, ritorni al centro dell’interesse di un silente capoluogo, adeguando spazi per i più piccoli sulla conoscenza di antiche sonorità, coinvolgendoli sempre più attraverso la divulgazione “digitale” e rappresentativa di quella preziosa educazione musicale aperta, dunque, a tutti, inneggiante il patrimonio identitario che rafforza la stima sociale stimolando così un “Comune” meno creativo e, probabilmente, conoscitivo di se stesso.

La stagione estiva manca di quel “normale” confronto, privo di convocazioni sul dover organizzarsi nel giusto “mantra” di tanti commercianti, strutture ricettive, professionisti “local” e specializzati nel settore, dunque, turistico, tenendo conto delle associazioni culturali al margine, purtroppo, di una mattanza “scollata” dalla gente e dal pubblico che ritiene di volersi spostare “altrove”.

Apprendiamo di qualche sporadico evento “sportivo”, mentre l’appuntamento estivo potrebbe espandersi su ampie “note” locali con preminente ascolto dei suggerimenti, fatto di nuove idee per rendere “inclusivo” l’adulato buon senso al servizio di un’ intera collettività.

Non convince il metodo di incentrare tutto sul minimo fare e senza una pratica valutazione del risultato, contro ogni pronostico di vuotezza e delusione, seppur di politica si tratti, con sempre meno consensi per il trafugato svolgimento assessorile, consapevole che il privilegio permanga sempre ai soliti “festanti”.

John Nisticò