Che bello lavorar di domenica


Quando Giggino Di Maio, il bibitaro del San Paolo, ha espresso la necessità di regolamentare il lavoro domenicale avanzando l’ipotesi che negozi e centri commerciali rimanessero chiusi nel giorno del Signore (per i cristiani), un’invasione di locuste simile all’ottava piaga d’Egitto, ha inondato giornali, tv, e social dividendosi tra favorevoli e contrari. Sabato scorso, giusto per non farci mancare un altro scontro di cui facevamo volentieri a meno, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala (PD) durante un forum sul lavoro delle donne, organizzato dal settimanale Elle, ha pensato bene di dire la sua in maniera volutamente soft: “Le facciano ad Avellino se vogliono ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche e non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti“. Avellino, per chi non lo sapesse, è la città dove è nato il vicepremier pentastellato.

Di rimando Di Maio, non mandandogliele a dire, ha replicato: “Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessuna altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe la palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se frega!“. E qui, ovviamente, sono scattate le scintille, senza risparmiare colpi bassi. Sala, ad esempio, ha voluto precisare: “Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io sarà più titolato a definirmi fighetto“, mentre, come prezzemolo in ogni minestra, anche Salvini ha voluto dire la sua a margine della sua visita alla fiera delle due ruote, Eicma, che si tiene a Milano. Ha dato al sindaco dell’«irrispettoso» che farebbe meglio ad occuparsi “di alcune zone della città assolutamente fuori controllo e non del governo e di Avellino. Da milanese e da ministro sto facendo il possibile e l’impossibile per portare più forze dell’ordine a Milano e recuperare aree di legalità alla tranquillità dei cittadini“, volendo, ovviamente, portare acqua al proprio mulino.

Questa la cronaca. Ma vorrei ribaltare il quesito. Per il Sindaco Sala, il lavoro domenicale di negozi ed esercizi commerciali con prevalente finalità turistica, va salvaguardato e di conseguenza va garantito il normale svolgersi dell’attività lavorativa anche nei giorni dichiarati “di riposo”. Perché i quasi 9 milioni di turisti (all’anno? al giorno? al minuto?) che possono spostarsi solo di domenica e nei giorni rossi del calendario, devono trovare una città accogliente e che gli permetta di fare gli acquisti che ritengono più necessari. Giusto. Giustissimo. Io turista, che faccio una vacanza a Milano, mi posso improvvisamente trovare a dovermi comprare un paio di mutande da Calzedonia, Intimissimi o Tezenis; o magari mi viene voglia di giocare a tennis ed acquistare una racchetta o delle palline. C’è anche chi potrebbe volersi fare un book fotografico o comprare tappetini per l’auto. Non so, tergicristalli, suole per le scarpe, un flaconcino di attack, e aggiungete quello che vi pare.

Ok, detto questo, invece di parlare di chiudere, parliamo di aprire. Perché non vedo come un Comune debba rimanere chiuso la domenica. Io, turista, potrei aver bisogno del sindaco o di qualche funzionario comunale per denunciare una mancanza della città che mi ospita. Potrei voler denunciare che ho trovato la sartoria chiusa, ad esempio. E se non al comune, dove dovrei andare diversamente? Non vedo perché una Regione debba rimanere chiusa la domenica. Io, turista, potrei aver bisogno di relazionarmi col funzionario del dipartimento turismo che mi può illuminare sul perché alcuni requisiti minimi strutturali e funzionali per la classificazione delle strutture ricettive non sono stati adeguatamente rispettati. Potrei aver bisogno di un funzionario bancario perché, magari, il bancomat mi ha ritirato la carta e ho bisogno di recuperarla… di domenica. Potrei aver bisogno dell’ufficio postale per mandare una cartolina urgente… di domenica. Potrei aver bisogno, non so… dell’Inps, di un consorzio di Bonifica, di una comunità montana, di una Provincia…. e chi più ne ha più ne metta.

Poi magari, possiamo tenere aperti il Parlamento, Palazzo Chigi, Ministeri, così da vedere politici, dirigenti e funzionari alzarsi presto la mattina di domenica e andare a lavorare. Che figata! Che dite, invece di chiudere, apriamo tutto?

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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