Che succede in Venezuela? Ovvero, esportazione della democrazia


Come mai, cari lettori, fino alla settimana scorsa quasi nessuno manco sapeva dove fosse il Venezuela e se ne impipavano del Venezuela alla fame, e ora sono diventati tutti profondi conoscitori del Venezuela, direi che sono tutti venezuelologi? E sì, perché Macron e la Merkel e Juncker e Tajani, eccetera, hanno assunto subito una nettissima posizione, e sono per Guaidó, amano Guaidó come fosse un carissimo parente e vicino di casa, pur senza, bene inteso, averlo mai sentito nominare prima. Passi per Trump, che sta da quelle parti, ma Tajani e la Merkel e Macron, e i giornalisti italiani, che caspita ne sanno, di Guaidó?

Metto le mani avanti: io sono convintissimo che, tra le cause più gravi del disastro del Venezuela, un Paese che nuota nel petrolio e importa benzina (!!!), ci siano Chavez e Maduro e le loro utopie; ma ne sono convinto a fiuto, e solo a fiuto, perché del Venezuela non so quasi niente. Se qualcuno dei miei lettori ne conosce di più, mi illumini.

Però Guaidó vuole la democrazia. Sarà, però, io mi ricordo sempre della saggia lezione dei Vangeli: Non chi grida Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli!

Guaidó sarò tutto quello che volete, però lasciatemi ricordare un attimino alcuni recenti esempi di democrazia ed esportazione della democrazia:

– Iraq ai tempi di Bush II, fisicamente devastato e lasciato in mano ai peggiori tagliagole islamici, con la fine di una comunità cristiana che durava da quindici secoli, e con Saddam, era al governo; e burka alle donne che prima se ne andavano vestite e svestite come pareva a loro.
– Libia ai tempi dei criminali Sarkozy, Cameron, Obama, distrutta e oggi frantumata in tribù di scafisti.
– Tentativo di abbattere il legittimo governo siriano, fallito grazie a Dio, all’esercito siriano, a Putin e ai combattenti curdi; però ogni tanto ci riprovano.

Vi bastano?
Ma c’è di peggio, ed è un precedente pericoloso. Poniamo che domani, nel Granducato di Curlandia, si svegli Popov e si proclami granduca al posto del granduca regnante Popav; e che l’Europa, gli Stati Uniti, l’Eldorado, il Bengodi e quant’altri si schierino a tutt’uomo per Popov contro Popav, e magari aiutino Popov con soldi e armi… e il tutto senza sapere nulla di nulla della Curlandia. Ragazzi, con il livello di certa gente, sono capacissimi di credere che la Curlandia esista davvero come il Principato di Soborga!

E se domani quattro intellettuali aggobbiti e mezzo ciechi dichiarano che l’Italia ha un governo antidemocratico e perciò occorre un intervento internazionale, e ci troviamo bombardati democraticamente come accadde a Bagdad e ai Tripoli?

Dite voi, ma sei pazzo? E no, la storia d’Italia è zeppa di gente che invocò, e spesso ottenne, interventi stranieri: da Ludovico il Moro a Badoglio, a Pannella che non mi ricordo per quali elezioni voleva gli osservatori dell’ONU!
Riassunto, siccome del Venezuela non sappiamo niente, e Macron e la Merkel e Tajani ne sanno quanto noi, niente, andiamoci molto cauti.

O vi devo ricordare che le cronache dell’America Latina sono fatte tutte, ma proprio tutte di rivoluzioni democratiche, tutte democratiche della domenica?

Ulderico Nisticò


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