Il consigliere comunale rivendica la paternità del progetto sulla messa in sicurezza di via Luigi Razza e la riqualificazione della Villa Comunale: “Senza la programmazione ereditata, oggi non ci sarebbe alcun finanziamento. Ma il sindaco Donato ama riscrivere la verità amministrativa solo a proprio piacimento”
“Un sogno che diventa realtà”. Con queste parole Claudio Foti, consigliere comunale ed ex assessore ai Lavori Pubblici di Chiaravalle, commenta la notizia del finanziamento per la messa in sicurezza del versante a rischio frana di via Luigi Razza e la riqualificazione della Villa Comunale.
In una lunga nota, Foti ricostruisce le origini del progetto, rivendicando la visione e la programmazione che, nel 2022, portarono alla redazione del progetto esecutivo oggi finanziato. E, pur riconoscendo il risultato ottenuto, non risparmia una stoccata al sindaco Domenico Donato: “La memoria istituzionale non può essere piegata alle convenienze del momento. I fatti parlano da soli”.
“Accolgo con grande soddisfazione – scrive Foti – la notizia del finanziamento del progetto relativo alla Messa in sicurezza e regimentazione delle acque del versante a rischio frana R3 di via Luigi Razza, comprensivo del completamento funzionale delle aree e dei percorsi della sottostante area a verde (Villa Comunale) – CUP H38H22000100006. Un risultato importante per la nostra comunità, che mi riempie di orgoglio perché rappresenta la concretizzazione di un percorso avviato con impegno, visione e serietà amministrativa.
Comprendo il tono compiaciuto con cui il sindaco ha accompagnato la notizia, non risparmiando frecciatine sciocche e di pessimo gusto. Preme tuttavia ricostruire con chiarezza i fatti, perché la memoria istituzionale non può essere piegata alle convenienze del momento né tantomeno calpestata da chi, invece, dovrebbe custodirla con rispetto”.
“La verità amministrativa – sottolinea l’ex assessore – è fatta di atti, di scelte e di responsabilità, non di battute o di narrazioni costruite a posteriori. Con decreto del Ministero dell’Interno del 1° febbraio 2022, venne data ai Comuni la possibilità di inoltrare richiesta di finanziamento per ottenere contributi per le attività di progettazione di un massimo di tre opere, con scadenza al 15 marzo dello stesso anno e quindi dotare gli enti locali di un parco progetti esecutivi/cantierabili. All’epoca ricoprivo la carica di Assessore ai Lavori Pubblici, alla Programmazione e al Bilancio e, insieme al geometra Gulli, responsabile dell’Ufficio Tecnico, e al sindaco in carica, perché io non dimentico, individuammo tre progetti ritenuti strategici per la città, con priorità assoluta alla messa in sicurezza del territorio.
Tra questi proprio quello oggi finanziato. Infatti con decreto ministeriale del 10 giugno 2022, il comune di Chiaravalle Centrale fu ammesso al finanziamento per redigere il progetto esecutivo. Ricordo bene i giorni in cui, fianco a fianco con l’Ufficio Tecnico, lavorammo per predisporre e inoltrare l’istanza nei tempi previsti. E mi piace ricordare che, senza quella fase di programmazione e pianificazione, oggi non parleremmo di questo finanziamento”.
“Il progetto – spiega Foti – prevede interventi di messa in sicurezza lungo il pendio che collega la strada provinciale con la Villa Comunale, mediante la realizzazione di una paratia strutturale, muri di sostegno, palificata e gabbionate di contenimento. Ma non solo: l’intervento comprende anche una contenuta riqualificazione della Villa Comunale, con la creazione di un percorso ciclopedonale illuminato, nuovo arredo urbano e ulteriori interventi.
Un sogno che oggi finalmente inizia a diventare realtà seppur parziale. Poiché parliamo di un’area non utilizzata da decenni e decenni e fragile sotto il profilo del dissesto idrogeologico. Non posso celare la mia profonda emozione e il senso di gratificazione per un traguardo che sento anche mio. Si tratta di un progetto che affonda le sue radici in una visione precisa e coerente, centrale nella mia azione amministrativa e già inserita tra i capisaldi del programma elettorale del 2016”.
“Immaginavo la Villa Comunale non solo come un giardino pubblico – incalza l’attuale consigliere d’opposizione – ma come un nodo urbano strategico, capace di connettere gli spazi scolastici, il centro cittadino e la villa comunale. Un’area di transizione e di relazione, pensata per integrare istruzione, verde e socialità, dove studenti, famiglie e cittadini potessero vivere quei luoghi in modo nuovo: spazi di svago e attività all’aperto, percorsi sicuri, luoghi di incontro e condivisione.
Una visione che unisce sicurezza, funzionalità e qualità urbana, e che oggi continua a rappresentare, a mio avviso, una chiave di sviluppo per il futuro di Chiaravalle Centrale. Vedere oggi che quella visione prende forma, anche se molto parzialmente, dopo anni di impegno, mi dà la certezza che la buona politica è quella che semina con lungimiranza, anche quando i frutti si raccolgono nel tempo. Comprendo che per qualcuno possa risultare difficile riconoscere il mio operato, il segno concreto lasciato in anni di amministrazione, i principi che hanno sempre guidato le mie scelte: visione e programmazione. Non servono polemiche né rivendicazioni: i fatti parlano da soli”.
“Perché è bene ricordarlo – è l’atto d’accusa di Foti contro Donato – senza quel progetto esecutivo, senza quella precisa visione che ha portato a individuare quell’opera e non un’altra, oggi quel finanziamento semplicemente non esisterebbe. La storia degli eventi va raccontata per intero e va saputa raccontare, senza distorcerla e senza dimenticare chi ha posto le basi. Se oggi è stato possibile annunciare questo risultato, è solo perché in passato si è lavorato con metodo, competenza e senso di responsabilità. Con senso di verità e rispetto istituzionale, ringrazio il Sindaco e il geometra Gulli per aver saputo utilizzare un’opportunità di finanziamento resa possibile da un progetto esecutivo già pronto, risultato di una programmazione seria e lungimirante avviata negli anni in cui ho avuto l’onore di occuparmi di Lavori Pubblici, Programmazione e Bilancio. Una fiducia, quella riposta in me allora, che ritengo oggi ampiamente ripagata dai risultati, chiari, netti e tangibili. Chi desidera screditare o riscrivere la storia lo faccia pure, io non appartengo alla politica della distorsione o della convenienza, ma a quella dei fatti, della serietà e del rispetto delle istituzioni. Perché l’onestà intellettuale e istituzionale, quella autentica, non si improvvisa e non si finge: o la si possiede davvero, o la si confonde con qualcosa che le assomiglia soltanto. Oggi, al di là delle parole e delle ombre polemiche, voglio dire solo una cosa: sono profondamente soddisfatto del risultato raggiunto, ma ritengo indispensabile una revisione del progetto, per completare e valorizzare davvero l’intera area della Villa Comunale, nel pieno rispetto della visione originaria”.
“Purtroppo – evidenzia Claudio Foti – le dinamiche note a tutti, conseguenza di una gestione finanziaria in cui l’improvvisazione ha prevalso su regole, metodo e principi, mi hanno portato, con senso di responsabilità, a prendere le distanze da un modo di operare che non condivido. L’ultimo Consiglio comunale ne è stata una ennesima conferma lampante. Conoscendo però il Sindaco, dubito che la proposta di revisione verrà accolta, forse solo perché a formularla sono io, e questo, evidentemente, continua a infastidirlo più del contenuto stesso dell’idea. Un atteggiamento che non giova al confronto, né al bene della città. Io resto convinto che la vera buona amministrazione si misuri nella capacità di ascoltare e valorizzare le idee, non nel respingerle per pregiudizio o fastidio personale. Perché chi ha davvero a cuore il bene della città non teme il confronto: lo accoglie, lo usa per crescere e far crescere la comunità. In questo momento di gioia non posso non rivolgere un pensiero riconoscente al compianto architetto Giuseppe Geracitano, incaricato dal geometra Gulli di redigere il progetto esecutivo. Con passione e competenza aveva immaginato un intervento che non fosse solo tecnico, ma capace di rigenerare e restituire bellezza alla città. La sua prematura scomparsa gli ha impedito di completare l’opera, poi portata a termine da altro stimato professionista, ma il suo segno resta vivo. Auspico che, una volta conclusi i lavori, una parte dell’area, anche solo un piccolo spazio, possa essere dedicata alla memoria dell’architetto Geracitano. Vedere oggi quel progetto prendere forma mi riempie di una profonda e autentica commozione. Ogni opera pubblica, quando nasce da una visione autentica, racconta qualcosa di più di un cantiere o di un finanziamento, racconta le persone, le idee e i valori che nel tempo resistono e continuano a dare senso alla comunità. Chiaravalle Centrale merita proprio questo una politica che pensa, che costruisce, che ricorda, fondata su idee chiare, visione e rispetto della verità, perché la verità affiora sempre”.