CISAL – Grave carenza di personale nei Tribunali calabresi


Fabio Schiavone: per porre fine a questa grave situazione a danno dei lavoratori (e dei cittadini) non esiteremo ad intraprendere ogni utile iniziativa …

CISAL--Schiavone & Iuliano - foto archivioIn molti uffici giudiziari calabresi, a causa di una molteplicità di ragioni c’è, per il poco personale giudiziario in servizio, un carico di lavoro eccessivo che sta pregiudicando – e rischia di pregiudicare sempre più – non solo l’attività di ufficio delle cancellerie, ma anche la salute dei dipendenti.
Tra le molte cause di ciò – spiega Fabio Schiavone, Segretario Nazionale Cisal Fpc – basti pensare, ad esempio, alle notevoli carenze di personale, conseguenti alla quiescenza di un’alta percentuale di dipendenti non sostituito a causa del persistente blocco del turn over aggravate, negli ultimi tempi, da assenze per malattia dovuta ad infortuni e/o stress da lavoro correlato, che va ad aggiungersi alla carenza di magistrati.
La revisione della geografia giudiziaria – incalza Antonello Iuliano, consigliere nazionale e responsabile ufficio comunicazione dipartimentale – che ha comportato l’accorpamento di diverse ex sezioni distaccate, ha ulteriormente aggravato tale stato di cose. Il carico di lavoro, infatti, a causa di ciò, ha subito un nuovo incremento.
Non da meno –a peggiorare le cose in termini di aggravio lavorativo – il ricorso al processo telematico, con una informatizzazione ancora assolutamente insufficiente.
Ciò nonostante – evidenzia Schiavone a cui fa eco Iuliano – il poco personale in servizio, pur di mandare avanti la macchina della giustizia, nell’interesse esclusivo della collettività, quotidianamente si assume rilevanti responsabilità che molto spesso vanno ben aldilà delle qualifiche e attribuzioni rivestite.
Questi lavoratori — dipendenti pubblici tutt’altro che “fannulloni brunettiani” (come a suo tempo definiti dall’allora ministro), sono oramai stanchi di essere, da un lato, considerati dai governi di turno come dei bancomat e, dall’altro, di subire questa discriminazione che fa di loro gli unici a cui è stata negata da diversi lustri la possibilità di una progressione di carriera nonostante la notevole professionalità acquisita –, attendono oramai da oltre 10 anni una riqualificazione che ancora non arriva.
Se non si vuole correre il rischio di svuotare completamente di uffici, pubblici in generale e quelli giudiziari in particolare, con la conseguente paralisi totale della macchina della giustizia, è indispensabile sbloccare il turn-over magari con un coraggioso compromesso per fare in modo di favorire la uscita dal lavoro di quelli più anziani e L’ingresso di quelli più giovani.
In caso contrario – chiosa ancora Schiavone – tra una decina di anni (sempre che non si decida di prolungare ancora di più, magari fino agli 80 e più anni l’età lavorativa nella P.A.), negli uffici non rimarrà nessuno in grado, per capacità mentali e forza fisica , di portare avanti le pratiche.
La CISAL – sostiene sempre il segretario nazionale Schiavone – è assolutamente del parere che è necessario al contrario sbloccare, oltre al turn-over, le riqualificazioni di tutto il personale di tutte le qualifiche nessuna esclusa, rispettando tutte le professionalità, dal commesso al cancelliere; dal funzionario al dirigente, e non soltanto per alcune categorie, per di più solo al 50%, come invece sembra si vorrebbe fare .
Il personale giudiziario che con impegno dedizione e spirito di sacrificio supporta quotidianamente i magistrati che senza l’ausilio tecnico dei cancellieri e degli altri operatori non possono portare avanti il proprio lavoro a tutela della verità e della giustizia non può sopportare oltre questi impressionante carichi di lavoro pena e rischio come dicevamo non solo di incorrere in errori od omissioni e possibili eventuali procedimenti penali e civili o amministrativo contabili ma anche della propria salute e della sicurezza.
Da quanto sopra evidenziato – ha rimarcato ancora il predetto dirigente sindacale – emerge , altresì, con chiarezza la necessità di un aggiornamento del documento di valutazione dei rischi con riferimento proprio alla succitata valutazione di stress da lavoro correlato (ai sensi dell’articolo 28 del decreto legislativo 81 08 del 21 dicembre 2011).
Come più e più volte evidenziato aggiunge ancora Schiavone non è sulla pelle dei lavoratori giudiziari effettuare dei risparmi ma piuttosto sulla taglio delle consulenze esterne e la riduzione degli sprechi e con una adeguata riorganizzazione senza disparità di trattamento del personale tutto che senz’altro si potrebbe ottenere con una giusta e adeguata riqualificazione dello stesso.
Alla luce di quanto esposto ed al fine di porre rimedio alla situazione sopra descritta – concludono Schiavone e Iuliano – nonchè per tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori, non potendo più tollerare oltre la gravissima e non sostenibile situazione di grave carenza di personale in cui versano gli uffici giudiziari calabresi che di questo passo molto presto potrebbe portare alla paralisi delle attività, se nessuna iniziativa tesa ad invertire l’attuale stato delle cose verrà a posta in essere, la Cisal non esiterà ad intraprendere tutte le necessarie iniziative sindacali a tutela dei lavoratori, ivi compreso lo stato di agitazione.


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