Cosa sappiamo delle elezioni europee? Niente.


 Alla data dell’11 aprile, manca meno di un mese alla presentazione delle liste, e se ne sa poco e niente; e meno ancora se ne sa nel Meridione, e in Calabria. La mia personale impressione è che del Parlamento Europeo non importi a nessuno, e, come sempre, le elezioni per il PE verranno utilizzate a fini di politica interna: il cdx, per rafforzarsi in quanto alleanza; la Meloni per imporsi di più; la Lega per arrestare il declino; Forza Italia per affermarsi come centro; il PD per vedere se Elly andrà ad aggiungersi alla folta pattuglia di ex e dimenticati segretari; gli Stellati per sperare di sopravvivere; gli altri, per far sapere che esistono. E tutte queste considerazioni, amici, sono di purissima natura interna alla politica italiana; e cosa succederà a Strasburgo, non è un argomento che interessi davvero.

 Di eventuali candidati del Meridione, si parla solo dopo lo scandalo della Puglia, e solo per lo scandalo; anzi, stamattina, scandali. Per tutto il resto, non solo non se ne dice, ma, la cosa più grave, è assente ogni tematica meridionalistica. Dico tematiche serie, non sparate folcloristiche alla Pino Aprile su ricchezze che mai furono e mai saranno; e, che non gusta mai, genocidi: notate il buffo plurale; o invenzioni di congiure mondiali contro le Due Sicilie, la cui caduta, nel 1861, occupò invece sui giornali europei lo stesso spazio della scomparsa della Cecoslovacchia nel 1992: un trafiletto. Né c’è la minima possibilità che dei meridionaldomenicali, divisi come sono in 666 gruppuscoli (per un totale di 333 iscritti!), presentino una (01) lista.

 Penso ai problemi veri, e del 2024, non quelli del 1860 o del 3024. Per affrontarli, e presentarli, con soluzioni, al PE, ci vorrebbero persone di qualità, e non i soliti riciclati mandati a Strasburgo perché non c’era posto al consiglio comunale del loro paesello. E, ripeto, a meno di un mese nemmeno circolano dei nomi.

 Sapete se si tengono riunioni? Riunioni, non patetiche primarie, che in Italia sempre finiscono in farsa. Nelle primarie americane, se un repubblicano si presenta alle primarie dei democratici, o viceversa, a N. York lo cacciano, ma in Arizona non oso pensare che gli farebbero; me mi avevano invitato alle primarie del PD, dove poi votarono i passanti. Parlo di riunioni sostanziali tra persone responsabili: ne sapete qualcosa? Ahahahahahah.

 Sapete se si parla di Meridione? Anche in questo caso, sul serio, e non come già cantava mastro Bruno, morto nel 1912: “chi ***** m’accucchiati, Pro Calabria?”.

 Meno che meno qualcuno accenna all’unica cosa che potrebbe cambiare gli assetti territoriali e politici: la Macroregione (io la chiamo Ausonia, ma i nomi non contano) con Molise Campania Puglia Basilicata Calabria messi assieme. Sarebbero 12 milioni di anime. Del resto, è andata così dal XIII secolo al XIX, e tanto che persino Napoleone, buon conoscitore della storia e della geografia, rispettò l’identità politica meridionale. Sì, ma io a chi glielo vado a raccontare?

 Certo non ai candidati al PE, a me ignoti. E per i quali, alla fine, voterò, per qualcosa e per qualcuno. Voterò nel senso che esco di casa, entro nel seggio a mt. 50, saluto gli amici, scarabocchio sulla scheda, risaluto e me ne vado al mare.

 Vi sembra una cosa degna? A me, no; ma farò proprio così; tanto, se non voto, i seggi scattano lo stesso. Ora mi viene a mente una riforma elettorale simpatica, da applicare a tutte le elezioni: se va a votare il 100% degli elettori, eleggiamo il 100% dei posti disponibili; se vota il 60%, il 60. Sai le risate?

Ulderico Nisticò