Costruire a Catanzaro il network televisivo per una città in mondo visione


.La risposta prevedibile RAI Radio Televisione Italiana, ribadisce un concetto basato su schemi invariabili e già decisi, come da anni permane sulla programmazione regionale e unicamente gestita presso la sede di Cosenza.

Un capoluogo come Catanzaro pone all’ avanguardia la “visione” strutturale di rinascita a partire proprio dalla comunicazione, trattasi di estesa volontà che andrebbe accolta con immediatezza da quegli organi preposti al responsabile processo di sviluppo contemporaneo della nostra società.

Si auspica l’individuazione di notevoli strutture per nuovi studi televisivi, affidamento uso e riapertura di tanti immobili “abbandonati” in varie zone della città.
Inevitabile la buona risultanza che troverebbe il suo modo certo di dare occupazione a tanti giovani “sognatori”, magari laureati e non, tecnici e professionisti sempre in attesa di quella “inclusione” sociale e statuto di “buona” politica cittadina.

Servirebbe sfruttare un tempo così prezioso,, distolto da “probabili” venti contrari che, dunque, rallentano ogni utile progetto comunitario, indirizzato alla “urgente” riqualificazione di ogni angolo di Catanzaro, già lustro di personalità impresse di professionismo, esempi di orgoglio e appartenenza, avendoci lasciato un pregiato calco televisivo nella memoria di Telespazio Calabria e del suo compianto fondatore Tony Boemi.

L’ odierno impegno mediatico, almeno, continua ad esserci in maniera interessante e dimostrativa, con la storica emittenza anche radiofonica di RTC TeleCalabria della Fam. Soluri, attraverso una caparbietà di intenti che volgono a mantenere alto il livello di tutela sia dell’informazione che di altra utile programmazione culturale.

Ecco il fulgido manifesto di una comunità sempre pronta ad elevarsi non solo calcisticamente, ma in lungo ed in largo ribadisco, da Presidente di un’ associazione culturale, che attraverso questi fatti, ne scaturisca necessità di rafforzamento su strategie di comunicazione e centri polivalenti, arredati con sofisticatissime attrezzature, come previsto in quegli ordinari bandi regionali, attraverso l’impiego di fondi della Comunità Europea e sulla base di valide progettazioni mancate o mancanti?

Il talento dei catanzaresi è vivo e ben definito, ma conta, ad oggi, la chiusura di altre attività locali, rimpiange la fine delle radio private almeno protagoniste di una belle epoque, non tralasciando alcuna valutazione su ciò che il Sindaco Fiorita dirige in affanno, perché, purtroppo, le (in)certe ambizioni vengano presto colmate, affidandosi alla necessaria competenza di Catanzaro Città Capoluogo di attrattiva e alti contenuti in “campo” nazionale, europeo e mondiale.

John Nisticò