Cronaca di un venerdì nero a Soverato


Riceviamo e pubblichiamo:
Il venerdì non è un giorno come gli altri. La sera per le strade della movida soveratese si scatena l’inferno. La serata inizia con una strimpellata di chitarra e delle canzoni che tutto sommato sono orecchiabili e che fa piacere ricordare se non fosse per le qualità canore dell’artista, alquanto discutibili ma poi, causa caldo cocente e sempre più afoso, ci si trasferisce sul balcone prospiciente via Chiarello, dove qualche refolo di vento c’è.

Ed è allora che la “musica” cambia. Comincia quella di locale, poi si aggiunge contemporaneamente quella di altri locali vicini, in breve i suoni si sommano, le note si scavalcano in un crescendo che di musicale non ha nulla e che fa a gara solo a chi stride di più.

A questo punto un altro locale aumenta a dismisura il volume, con bassi a ritmi ossessivi da discoteca, con il tizio dello staff che si dimena e si agita davanti alla cassa armonica. È già oltre mezzanotte. A quel punto il livello di tolleranza è saturo e non bastano libri, giornali e sudoku su cui concentrarsi.

Tutto è impossibile. Il carabiniere che mi risponde e a cui chiedo aiuto, unico appiglio di speranza nella notte buia e tempestosa, mi dice che i locali hanno l’autorizzazione a suonare e mi “conforta” che sarà così per tutto agosto. Quindi in pratica mi dice rassegnati. Alle mie esortazioni ed insistenze a fare controlli e a mandare una volante su strada, nicchia e non promette nulla e so già che non farà nulla.

Parlando con funzionari del Comune mi dicono che non esiste alcuna autorizzazione o scia data ai locali per intrattenimento musicale e che quindi la maggior parte di essi, se non tutti, compie un abuso. Sarebbe semplice fare i controlli, basterebbe quindi che gli amministratori che avessero a cuore le sorti di questa nostra città ed il benessere dei cittadini, girassero per le vie del centro e si rendessero conto che la qualità della vita per i residenti e turisti che cerchino nella vacanza anche un po’ di riposo, è pessima e non più sostenibile.

Basterebbe diminuire il volume della musica e non credo che ci sarebbero gravi danni agli imprenditori del settore.

A notte fonda sfinita, stanca, demoralizzata per una Soverato che è diventata peggiore di quella che amo e che ricordo dalla mia infanzia, mi addormento pensando, chissà, domani è un altro giorno…

F.A.