Cultura in Calabria? Solo piagnistei


 Mentre si rivela sempre più inutile parlare delle due guerre (e altre) in corso, mentre nessuno fa niente per fermarle, mentre aspettiamo di sapere che fine farà la stagione estiva, con particolare riguardo a Soverato… siccome dunque questi e vari altri argomenti non vale la pena manco accennarli, parliamo d’altro.

 Tranquilli, non mi faccio propaganda: tanto i miei libri li legge solo un pubblico di qualità, quindi piccolo; e certo non finirò mai tra i superpremiati con €€€, e non sarò mai chiamato da RAI Calabria… Posso dunque parlarne con la massima indifferenza.

 Tra le moltissime cose che in 120 pagine potete leggere (eh, ragazzi, a qualcosa deve pur servire essere classicista: “grosso libro, grosso danno”), ce ne sono due che rilevo: si parla di una faccenda quasi del tutto ignota, i Normanni; e di una scoperta: c’è in Spagna un paese i cui abitanti si vantano fondati da cavalieri calabresi del XII secolo, e sono chiamati i calabresi e Calabrese è la squadra di calcio, eccetera.

 Se questa notizia (ci sono precedenti che non racconto per non far nomi di persone immeritevoli anche di ingiurie) riguardasse degli Americani, a Hollywood avrebbero già girato due o tre filmoni da Oscar; in Giappone, una serie di cartoni animati, delizia dei ragazzini; in Romagna, scambi di visite e turismo culturale dalla mattina alla sera, quindi turisti e gran giro di lavoro e di denaro.

 In Calabria, non gliene importa niente a nessuno. Attenti, non dico ai renitenti all’obbligo scolastico elementare, dico ai plurilaureati. Come mai? Ma perché nel mio racconto non si leggono piagnistei del presente e utopie per l’avvenire, ma la purissima verità: anche le cose che mi riguardano, per esempio il Sessantotto, che però si faranno un dovere pensare sia immaginazione, e invece andò proprio in quel modo.

 In Calabria, se niente piagnistei, niente cultura, e niente premi, e niente RAI. Uno di questi giorni scrivo un libro pure io di lacrimatoio e vendo un milione di copie: però lo firmo con pseudonimo, o mi vergognerei.

 Ah, chi legge dirà che scrivo benissimo: otto, anzi, con i cento e lode che si sprecano in Calabria, dieci.

Ulderico Nisticò