Da dove vengono i detriti della spiaggia di Soverato?


La spiaggia di Soverato, ma credo ogni spiaggia della Calabria, è un ottimo campionario di due particolarità calabresi; e non mi venite a dire che lo fanno anche in Burgundia, perché io non sono burgundo o borgognone, ma calabrese. Le sue singolarità calabresi sono:

1. L’inciviltà e tracotanza della gente;
2. La totale incuria di Regione, Province, Comuni; e, per la sua parte, Stato.

Che la gente sia ineducata e priva di ogni senso civico, lo mostrano le migliaia di bottiglie di plastica, quando non contenitori di sozzerie peggiori; e di polistirolo; e di elettrodomestici… eccetera, tutto lo spettacolo di squallore umano che è sotto gli occhi. Un corollario: gli incivili e selvaggi non sono necessariamente mafiosi o delinquenti comuni o analfabeti e scappati di casa: sono spessissimo avvocati e medici e miei degnissimi colleghi professori!

Avete mai sentito parlare di multe e altre forme di repressione, a carico di chi, durante un’allegra giornata all’aria aperta, pensa bene di lasciare sul posto ogni sorta di porcherie? Io, no! E basterebbe beccarne uno e levargli il pelo, per educarne cento e mille! Questa è la prima carenza dei pubblici poteri.
E che mi dite della pulizia dei fiumi, torrenti, rigagnoli e fossi? Avete mai visto, nella bella stagione, degli operai mettere mano a dei lavori? Io, no! Ebbene, a che esiste a fare una cosa chiamata Calabria Verde, a parte alimentare la cronaca nera dei giornali?

Nessuno ha lavorato, nell’estate 2018, e nemmeno nelle estati precedenti. I fiumi etc. sono zeppi di ogni sorta di schifezze, e basta un poco di pioggia, ed ecco i disastri e i morti.

È tutto qui, c’è poco da chiacchierarci sopra: inciviltà della gente, e assenza di chi di dovere. Poi escono notizie agghiaccianti: che per mettere in sicurezza il torrente assassino Cantagalli i soldi ci sono, sono disponibili, ma i lavori no; e magari qualche mascalzone ha dimenticato di mettere un timbro, una firma…
E a dirigere la baracca c’è un commissario – che è lo stesso Oliverio – il quale, da commissario, avrebbe pieni poteri, quindi dovrebbe dare ordini e pretendere siano subito eseguiti. Ordini, in Calabria, eseguiti… ma no, “questo è il paese degli accomodamenti”, come dice il Gattopardo per la vicina e simile Sicilia. Qui comanda chi può e obbedisce chi vuole: e chi obbedisce, lo fa solo per guadagnarci qualcosa, quindi obbedisce solo provvisoriamente e previa messa in discussione di tutto.

Ecco, noi abbiamo bisogno di uno che dia ordini, un commissario giapponese che non conosca nessuno e non sia amico e nemico di nessuno, e non si voglia candidare manco a Tokyo e tanto meno in Calabria; e dia ordini e basta: “Entro un mese, pulite il torrente, o vi faccio passare un guaio”.

E se la famigliola del calabromedio lascia bottiglie e sporcizie della scampagnata, una multa da passare alla storia. Avverrà mai? Certo che no: né multe né ordini.

Così piangiamo i morti, e il territorio è in devastazione. E non basta: se tonnellate di immondizia giacciono sulla battigia del mare, immaginate quante migliaia ne ce sono sotto, invisibili, quanto inquinamento sommerso.

Infine, pensiamola ogni tanto in positivo. Se la Calabria concepisse e mettesse in opera un piano di lavori di ripulitura, ma svelto e violentissimo, ci sarebbe lavoro per tantissima gente; e il lavoro genera economia e altro lavoro.
Ma a chi glielo vado a raccontare, in Calabria?

Ulderico Nisticò


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