Dati Istat e giovani, e ripensamento totale del Meridione


 Il 75% dei giovani meridionali vive ancora in famiglia, contro la media europea del 45%. Evidentemente sono giovani che non trovano occupazione, e quindi modo di farsi una vita propria.

 Lo dice l’Istituto di statistica, mica chiacchiere.

 D’altra parte, è abbastanza alta l’istruzione; però, quando un giovane conclude un percorso di diploma o laurea, va a trovare lavoro altrove.

 Vorrei conoscere i numeri: in cosa si diplomano o laureano, i giovani meridionali? siamo proprio sicuri che ci sia tutto questo bisogno di laureati in legge?

 E di laureati in genere, quando spesso c’è carenza di valenti tecnici? Va dunque ripensata anche l’istruzione, con un deciso ritorno all’apprendistato di qualità.

 Ma serve una ristrutturazione del sistema produttivo, con la valorizzazione delle risorse e la loro commercializzazione su larga scala.

 Serve una riforma radicale del turismo, oggi un chiasso di due settimane ad agosto; con abbondanza di nero e con molto discutibile qualità. Perciò servono specializzati nel settore: professionisti, non improvvisatori.

 Serve una nuova cultura, con abolizione a brutto muso di piagnistei e film in falso dialetto con sottotitoli in italiese; e letteratura e cinema che presentino un Meridione vero.

 Vero, senza le bufale dei meridionaldomenicali in cerca di vanagloria del passato che mai fu, e di presunti colpevoli stramorti; ma anche senza le cartoline tipo filmetto di Muccino con l’asino: ma un Meridione vero.

 Immaginate un film ambientato nel Meridione, ma un film normale, con amori normali, tradimenti normali, delitti normali, panorami normali, cucina normale… e abbondante.

 Qualcuno è capace di scrivere una sceneggiatura del genere? Secondo me, sì. I gufi e le prefiche e piagnoni, si piglino qualche anno di ferie: tanto, a colpi di cittadinanze onorarie di Fontanasecca, a soldi stanno bene.

Ulderico Nisticò