Di corazzieri e di razzisti


Io mi chiedo dove sta il razzismo. Sul serio. Perché a guardare tanti benpensanti buonisti che sciorinano informazioni che non si preoccupano di verificare, con tanto di commenti sorprendenti come se avessero scoperto una nuova forma di vita su Marte, mi sale su un disturbo intestinale la cui unica soluzione è ben chiara quale debba essere. Ma perché razzismo? la notizia che il Presidente della Repubblica abbia voluto mettere all’accoglienza del pubblico al Quirinale un corazziere di colore solo perché in occasione della commemorazione per il Giorno della Memoria si sarebbe presentato alla porta il vice premier, nonché ministro degli interni, Matteo Salvini, a mio avviso oltre ad essere una notizia completamente farlocca, è etichettabile né più né meno come razzismo. E non c’è peggior razzista di chi sostiene di non esserlo ma gode della differenza nel colore della pelle tra due individui quando questa va rimarcata per interessi personali e provocatori. Bella gente, direi.

Attenzione! perché non ho sentito nessuno di quelli che sostengono questo governo e vengono quotidianamente apostrofati come razzisti dire: “ma come si permette Mattarella a mettere un gendarme di colore al Quirinale!!!! Prima gli italiani“. Meditate, gente, meditate.

E allora, cerchiamo di fare chiarezza e indottriniamo un po’ questa folta schiera di debosciati. Il corazziere di cui tanto si parla si chiama Marcello. E’ nato 28 anni fa in Brasile, ma subito adottato da una coppia di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, Sicilia, Italia. In Sicilia, Italia, Marcello è cresciuto, ha frequentato le scuole, ha conseguito la maturità scientifica e soprattutto, ha coltivato il sogno di entrare a far parte, un giorno, del reggimento dei corazzieri, la Guardia d’Onore del Presidente delle Repubblica. Forte del sul metro e 96 cm di altezza, ha sostenuto e superato il concorso per entrare nell’Arma dei Carabinieri e dopo due anni di duro addestramento, selezionato per il picchetto d’onore, la formazione scelta dei corazzieri che prestano servizio in occasione degli appuntamenti più importanti del Presidente. Da questo, in breve, la presenza del ragazzo all’ingresso del Quirinale quale accoglienza delle personalità più importanti in visita al Palazzo. Già un anno e mezzo fa il volto di Marcello fece il giro del web in occasione della visita di Papa Francesco a Mattarella e tutti noi (almeno per quelli che non hanno la memoria “volutamente” corta) abbiamo imparato a conoscere questo ragazzo che fa onore all’Arma e all’essere italiani. Pensate che il 2 giugno scorso, in occasione delle celebrazioni della festa della Repubblica, quando il neo governo non aveva che 4 o 5 ore di vita, Marcello accolse anche me in visita ai giardini del Quirinale.

Detto questo, volete sapere la portata della notizia qual è? semplice! E’ un po’ come se, in occasione delle feste natalizie, al ministero dell’interno facessero il presepe e qualcuno mettesse i re magi tra i quali uno di colore e i giornaloni di partito il giorno dopo titolassero: “Mano furtiva mette pastorello nero nel presepe del ministero di Salvini“. Ecco, questi siete. Dei pastorelli posizionabili dove qualcuno vuole che voi stiate.

Ps. e se qualcuno di voi, preso da una strana voglia di verificare i fatti, volesse cliccare il link della foto a corredo di questo cappuccino (link sotto), leggerebbe la notizia del corazziere così come Repubblica l’ha data l’11 giugno del 2017.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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