Disposta la revoca del sequestro probatorio di un’autovettura da parte del GIP presso il Tribunale di Catanzaro


La polizia giudiziaria di Brindisi, nel corso di attività ispettive e di vigilanza, dopo aver fermato alla frontiera P. N., residente a Catanzaro – che stava imbarcandosi su uno scafo per l’estero, procedeva al sequestro probatorio (poi convalidato dalla Procura di Brindisi) dell’autovettura marca Land Rover da lui condotta.

L’automobile in questione era stata noleggiata dal conducente presso una Società estera, la S.C. LTD, operante anche in Italia. La polizia procedeva pure al sequestro della carta di circolazione, del contratto di assicurazione dell’automobile, nonché di altri documenti rinvenuti nel cruscotto della macchina. Gli organi accertatori sospettavano che la vettura fosse un bene di provenienza illecita, a causa di una leggera abrasione di una delle punzonature del telaio, cioè di quella riguardante il solo blocco motore.

Tuttavia, secondo la Società S.C. LTD, proprietaria dell’autovettura sequestrata, difesa dall’avvocato Marco Grande del Foro di Catanzaro, il sequestro era stato illegittimamente eseguito dalla polizia giudiziaria, in quanto l’automobile, dopo essere stata lecitamente acquistata da una nota concessionaria di Catanzaro, aveva subito un sinistro, che ne aveva gravemente danneggiato l’avantreno (e quindi il motore), pertanto era stata riparata e poi regolarmente noleggiata a P. N.

Per ottenere maggiori elementi di prova a favore della Società assistita, l’avvocato Marco Grande effettuata attività di investigazione difensiva, apprendendo informazioni da persone informate su fatti e circostanze utili ai fini delle indagini. Specificamente, venivano rilasciate al difensore due dichiarazioni testimoniali scritte: in una si attestava la piena regolarità della vendita dell’auto (al di là delle informazioni già presenti nel PRA); mentre in una seconda dichiarazione venivano chiarite le ragioni per le quali era stato sostituito il blocco motore e per quale motivo il telaio sembrava manomesso, cosa in realtà mai avvenuta: si trattava soltanto delle conseguenze accidentali avvenute durante le operazioni di sostituzione del blocco motore.

Il difensore procedeva allora a depositare istanza di dissequestro al PM originariamente competente, cioè quello di Brindisi. Il procedimento, tuttavia, veniva trasferito per competenza territoriale presso la Procura di Catanzaro, che aveva deciso di mantenere il sequestro rigettando l’istanza del difensore.

L’avv. Grande ha allora presentato ricorso al GIP, ai sensi dell’art. 263, comma 5, c.p.p., per opporsi al provvedimento di rigetto del PM, insistendo nella richiesta di revoca del sequestro. Il GIP presso il Tribunale di Catanzaro, a seguito dell’udienza tenutasi il 6 febbraio 2024, sciogliendo la riserva ivi assunta, in data odierna ha accolto integralmente il ricorso del difensore, disponendo la revoca del sequestro e l’immediata restituzione delle cose sequestrate.