Due buone notizie, e l’autonomia differenziata


La Dulbecco è una realtà: bravo, Occhiuto. Quando facciamo fa soli, qualcosa ci riesce bene!

 L’altra ottima notizia, si fa sul serio, con i progetti esecutivi e gli interventi sul terreno, per la Trasversale delle Serre. Importante riunione, presenti le autorità dell’ANAS e molti sindaci. Mancava Soverato, ma alla sua assenza dalla Trasversale siamo abituati, e il Comitato non se ne cura. Chissà se anche su questa faccenda qualche genio occulto mette il veto?

***

 E il terrore dilaga. Sessanta sindaci vanno a piangersi in Prefettura, per scongiurare il pericolo che non arrivino soldi. È mai possibile che nessuno di questi illustri signori lo abbia capito? I soldi del PRR arriveranno solo DOPO i progetti, e mai prima, e mai alla cieca. E ci vogliono PROGETTI, non contributi per la festa del santo e la sacra del fungo secco e musei monolocali e roba del genere.

 Possibile nessuno di coloro sappia che forse il Veneto sarà autonomo verso il 2030, mentre la Sicilia lo è dal 1946, e nessuno ha mai trovato da ridire? E che autonomia, quasi da Stato indipendente associato all’Italia… e meno male che la Sicilia ha usato e usa l’autonomia solo per i comodi dei politicanti e loro amici. E sono autonomi Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli; e le province di Trento e Bolzano. È mai possibile che nessun meridionale lo sappia, e cadono dal pero per l’autonomia della Lombardia?

 E invece io la voglio, l’autonomia. L’autonomia, cioè che ogni Regione deve spendere del suo; e, se necessario e utile, con qualche compensazione nazionale ed europea.

 Se la Calabria dovrà spendere del suo, saremo costretti a pretendere un’amministrazione corretta e produttiva; e finora abbiamo amministrato malissimo, e non speso valanghe di soldi arrivati da Bruxelles e da Roma. Evviva l’autonomia, così non ci presenteranno più liste di raccattati per strada all’ultimo minuto. Ogni tanto ve li ricordo, quelli che hanno portato la Calabria a ultima d’Europa: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra); della Santelli, nulla si può dire, ma fece danno Spirlì. Su Occhiuto, sospendo il giudizio per cinque anni, ma lo approvo, ripeto, per la sanità.

 Ecco, con l’autonomia differenziata saremo costretti a non eleggere più malamente. E se lo meritiamo, possiamo chiedere compensazione europea o statale. Se non lo meritiamo, peggio per noi.

 La Calabria, dico? Ma dove vogliamo andare, con 1.500.000 di anime (e sorvolo sulle classi d’età), divise in 404 paesi quasi tutti piccolissimi? Non ha senso. Serve una Macroregione meridionale: per gli amanti dei paroloni scolastici, chiamiamola Ausonia; e che comprenda Basilicata, Calabria, Campania, Puglia; e forse Molise. Ausonia, se vi piace, con più di 70.000 kmq. Va poi suddivisa in circoscrizioni con adeguate autonomie e responsabilità. Esempi calabresi: Alto Tirreno, Cosenza, Sila, Sibaritide, Marchesato, Ionio catanzarese, Catanzaro, Presila, Reventino, Lametino, Vibo e Poro, Piana, Reggio, Locride. I piccoli comuni sotto i 20.000 abitanti, addio.

 A proposito, sarei curioso di sapere a quanti cittadini corrispondano sessanta sindaci. Ce ne sono, da 500 anime sulla carta, 250 in realtà, età media alle stelle!

 Centro ammnistrativo, ed evitiamo il barocco “capoluogo”; beh, se avete voglia di storia, ma, quel che m’interessa, se badiamo alla geografia, a Melfi. Il Regno l’hanno fondato i Normanni, per chi non lo sapesse: ovvero, un discreto 80% della popolazione con laurea.

 Centro amministrativo: tanto, se mi date retta, io penso a un consiglio macroregionale che si riunisca due volte l’anno; a una giunta di cinque persone, e pochissimi passacarte e tantissimi computer.

Ulderico Nisticò