Due Popoli e due Stati?


 La riunione in Egitto ha mostrato un aspetto politicamente rilevante: non c’erano gli Stati Uniti, non c’era la NATO. Del resto, invitare Biden sarebbe stato come invitare lo Stato d’Israele, dopo che Biden ha partecipato al Consiglio dei ministri israeliano, e gli Arabi si sono rifiutati di parlare con lui.

 Nonostante questo, in Egitto c’erano la Meloni e i capi di governo di Spagna, Grecia e altri, e, in posizione meno chiara, i ministri di Francia e Germania.

 La Meloni (dopo i primi giorni, su cui sorvoliamo) ha dichiarato che la soluzione è “due Popoli, due Stati”. Lo dicono in tanti da decenni, e ora sarebbe l’occasione per passare dalle belle parole a fatti concreti.

 Intanto stiamo attendendo se lo Stato d’Israele attaccherà Gaza, che intanto bombarda alla cieca. Attenzione qui: sta schierando 500.000 persone, che, in un totale di 9 milioni di abitanti, di cui non pochi sono arabi con cittadinanza, e molti saranno bambini e vecchi, è un serio problema: 500.000 persone in età matura e da lavoro, sottratte alla vita civile; e, non trascuriamo, in una condizione psicologica di tensione, anche loro in attesa di sapere se combattere o tornasene a casa. È una situazione da Deserto dei Tartari, che, alla lunga, diventerà insopportabile.

 Quanto a Gaza, era una dramma anche prima; oggi è un massacro per bombe e per fame.

 E intanto si agitano Iran e Libano, e un mondo non solo arabo ma musulmano che va dal Marocco all’Indonesia.

 Mi pare un pericolo mondiale francamente del tutto sproporzionato all’importanza oggettiva di quanto accade dal 1947 nella Valle del Giordano.

 Questa è la primissima affermazione che andrebbe affacciata; e perciò va placata ogni ondata giornalistica e partitica di esasperazione propagandistica pro e contro qualcuno dei due o più contendenti. Può risolvere il problema solo chi riesce a essere, e a mostrarsi, severamente e seccamente equidistante. Studiatevi il Congresso di Berlino del 1878, che, per l’autorevolezza e serietà di Bismarck, rinviò di quasi mezzo secolo la guerra mondiale. Posso addurre altri esempi, ma qualche scemo del villaggio si innervosirebbe; e oggi, nel 2023, di tutto abbiamo bisogno tranne che di nervosismo pro e contro.

 Come si fa, due Popoli e due Stati? Boh, bisognerebbe essere sul posto e vedere le cose sul terreno. Grosso modo, ai Palestinesi dovrebbero toccare non solo la disperata Gaza, ma la Cisgiordania e Gerusalemme Est e altri territori occupati, nella molte guerre, dallo Stato d’Israele e di fatto colonizzati, ma senza mai un trattato o altro riconoscimento giuridico nemmeno dagli Occidentali.

 La pace si fa in due come la guerra. Se il mondo la vuole, deve smetterla con le tifoserie del passato e del presente, e imporre un accordo. Imporre? Ma sì: basta far leva sugli “aiuti”. Non credo infatti che gli Israeliani producano i carri armati nei kibbutz, e i Palestinesi a Gaza i loro missili.

 Non so se sono stato chiaro.

Ulderico Nisticò