“Sembra non si riesca a trovare una soluzione all’emergenza che i cittadini di numerosi centri del vibonese e del lametino vivono da mesi. Parliamo dell’allarme per la presenza eccessiva di cinghiali che ormai invadono anche i centri abitati e che sta provocando non pochi problemi in quasi tutta la Calabria”.
E’ questa l’introduzione della nota del Presidente nazionale dell’U.Di.Con., Denis Nesci, con la quale vuole porre all’ attenzione degli organi competenti il grave problema che si verifica da tanti mesi nei territori vibonesi e lametini.
“Come se non bastassero i tantissimi danni agli agricoltori che si sono verificati e che vengono ancora giornalmente evidenziati dagli stessi proprietari terrieri della zona, si aggiunge l’emergenza danni da cinghiali che da troppo tempo è diventata una vera calamità per l’agricoltura regionale, oltre che un grave rischio per la salute dei cittadini. Pare che alcune carcasse di cinghiali trovate nei comuni di Nardodipace e Brognaturo, nel vibonese, ed analizzate dal Servizio Veterinario dell’ASP Provinciale, sono risultate affette da TUBERCOLOSI. Il pericolo per i cacciatori e per chi consuma la carne di cinghiale è alto – prosegue Denis Nesci – in quanto la malattia riscontrata sulle carcasse dei cinghiali analizzati si può trasmettere all’uomo se non vengono osservate alcune precauzioni”.
“L’U.Di.Con. provvederà a sottoporre le preoccupazioni dei cittadini della vasta area interessata ed invitare sia il Dipartimento Agricolture della Regione Calabria che le ASP Provinciali interessate ad attivarsi per un adeguato percorso di diminuzione del numero di cinghiali che ormai hanno invaso tutto il territorio e che rappresentano un serio pericolo. I cinghiali, ormai vagano tranquillamente anche nei centri abitati. Quello dei cinghiali affetti da tubercolosi è l’ennesimo caso, una ulteriore grave notizia che ha provocato un coro di voci che l’ U.Di.Con. non poteva non recepire per chiedere alla Regione Calabria un intervento concreto. Intervento che, con l’avvio della nuova stagione venatoria si rende ancora più urgente”.