Facoltà umanistiche a Catanzaro?


 Il nuovo rettore, Cuda, primo indigete dopo tanti anni, e questo è già molto, torna, anche se ancora in modo rapido, sul discorso delle facoltà umanistiche nell’Unicz. Non posso sognarmi si ricordi che l’ho detto io molto prima – e ne ho i testi e documenti – perché in Calabria non si usa citare; vedi sindaco Fiorita allo stesso proposito: e sorvoliamo.

 La mia idea, che dunque si fa strada da sola, è questa:

1. Iniziamo dalla sede. Il centro storico di Catanzaro si presta benissimo a corsi di laurea umanistici non troppo numerosi però selettivi e qualificati.

2. Le molte case vuote, andrebbero ottimamente anche come ospitalità e occasioni di socialità.

3. La biblioteca De Nobili è ricchissima di testi: basta una convenzione.

4. Il centro storico offrirebbe anche teatri e sale molto capienti.

5. Metto le mani avanti. Per facoltà umanistiche non s’intende “Pedagogia della R-esistenza”, stramba invenzione di Cosenza, che subito tornò da dove era venuto: nel nulla. I contenuti delle facoltà umanistiche sono: glottologia, filologia, letteratura italiana, latina, greca, storia, filosofia, arte, archeologia, lingue straniere…

6. Il tutto, sul serio. Non ci serve l’ennesimo patetico pistolotto su “qui insegnava Pitagora” senza manco sapere le tabelline; o un altro dei tanti “sbarchi di Ulisse” in alta montagna: ma padronanza e dominio dell’aoristo secondo passivo e di quella cosa quasi ignota che è la metrica; eccetera; e quando si parla di storia, prima i due vichiani “occhi”, cioè cronologia e geografia, quindi i fatti; poi, solo poi e quasi sempre ne possiamo allegramente fare a meno, le opinioni.

7. Greco e latino sono uguali in ogni canto del mondo. Vero, ma non guasta un’occhiata particolare alla cultura indigena, anche quella seriamente magnogreca, e a quella romea (bizantina) e medioevale…

 Risponderà mai qualcuno?

Ulderico Nisticò