Fertility day


giornata-fertilita-2016 Un ministero che chiama “fertility day” un’iniziativa già parte malissimo, e fa ridere di compatimento per la mentalità provinciale. Vero che a Soverato ormai si parla solo amerikano da film, ma io non sono responsabile di nessuna fantasia del genere, perciò posso continuare ad eccepire.

 Attenti, non è solo il mio inflessibile nazionalismo, è proprio scoprire una poderosa contraddizione: si vuole spingere gli Italiani a fare figli italiani, che vivano in Italia, che parlino italiano, che mantengano la religione e le tradizioni italiane; e non generici cittadini del mondo parlanti una lingua polpetta spacciata per inglese, e praticanti una religione fritto misto vagamente umanitaria e rigorosamente priva di Dio, e figuratevi di Gesù; e se gli Italiani devono dare alla luce figli italiani, la prima condizione che prima amoreggino in italiano, e poi insegnino ai nati (et nati natorum et qui nascentur ab illis) a parlare italiano.

 Di cosa si sono accorti, al governo? E qui, rendo merito. Si sono accorti che l’Italia è in declino demografico, cioè è una terra di vecchi; e, per la prima volta, a Sud il numero dei morti supera i nati, e non perché aumentino i morti, tutt’altro, ma perché non nasce nessuno.

 Non vene venite fuori con la mancanza di asili nido e posti di lavoro, giacchè il calo non è iniziato nel 2007 con la crisi, è molto più antico, è di almeno gli anni 1970 con “mi devo realizzare”, poi divenuto “generazione Bataclan”, cioè bisogna andare a ballare, e il figlio a chi lo lascio? Se la piramide demografica è rovesciata, e sono pochi anche i trentenni, è roba di trent’anni fa.

 Qualcuno, assurdamente, pensa di colmare i vuoti con clandestini e migranti; e, se ha studiato, tira fuori le invasioni barbariche in un Impero Romano ormai spopolato; ebbene, non lo dice nessuno e lo sappiamo tutti, tra gli stranieri non stiamo intravedendo nessuno Stilicone, nessun Teodorico, nessuna Teodolinda; nessun potenziale Tommaso d’Aquino; solo aspiranti Bataclan diverta ioli a sbafo. E mi fermo qui, concludendo che, anche volendo, manca il materiale umano d’importazione come manca quello indigeno.

 Peggio, a qualche matto viene in testa l’integrazione, cioè che dovrebbero venire stranieri e restare stranieri per generazioni, creando situazioni folli come quelle di Bruxelles e di Parigi; se mai, qualche straniero può essere assimilato, cioè reso italiano, e il nipote studierà l’Africa a scuola come il suo compagno di banco dalla pelle un po’ meno bruna; e giusto se deve essere interrogato il giorno dopo, con la più elegante indifferenza. Chiaro?

 Ora che fa, il governo, di fronte al calo? Riscopre le vecchie campagne demografiche del duce? Benissimo: allora servono asili (a Soverato ne aprirono uno nel 1937 XV), sgravi fiscali e tariffari, assegni familiari, riduzioni di orario di lavoro, e altri benefici seri a chi ha figli. E, sentite questa pensata, recupero della famiglie, compresi i vecchi in funzione di nonni badanti: come è sempre stato nei secoli.

 Qualche femminista superstite afferma che le donne non possono essere obbligate… Giusto, però, sentite questa lezioncina di storia sociologica.

 Premessa: non è vero che tutti gli esseri umani, maschi e femmine, siano per natura portati alla procreazione o abbiano il chiodo fisso del sesso tipo film pesanti anni 1980; nei tempi che furono, le ragazze troppo deboli (quando siete grandi vi racconto come facevano l’esame!) o troppo bisbetiche non si sposavano, alimentando l’enorme categoria delle monache di casa dalla funzione sociale importantissima e dal potere fermissimo; e non si sentivano frustrate, tutt’altro. Per inciso, era il modo delle donne per accedere a cultura pratica, e, a certi livelli, teoretica: Piccardi Donati del III Par. è uno dei personaggi più colti del Poema, pari a Pier delle Vigne e Brunetto Latini.

 Non si tratta dunque di obbligare nessuno, che sarebbe anche sbagliato tecnicamente e inefficace; ma di favorire quelli che vogliano far figli e portarli avanti.

 Ci vuole un cambio di mentalità, ovvio: ma basterebbero un paio di film fatti bene… Come? Sotto con la fantasia, ma niente edonismo spicciolo piccolissimo borghese; e, soprattutto, niente intellettualismi depressivi e poco invitanti alla riproduzione e alle operazione che natura vuole. Qui ci starebbe bene un proverbio napoletano, ma siamo in fascia protetta. La filosofia, insomma, lasciamola ai filosofi; soprattutto quanto è “philosophie” della domenica. Perciò, proprio per cambiare mentalità, il ministero la smetta con le pacchianate in lingua extracomunitaria.

 A proposito, Corked Town (per noi reazionari, Soverato) è il paese a più alta densità di anziani, me incluso, nel territorio. Ce ne vogliamo preoccupare?

Ulderico Nisticò


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