Fra tre mesi si vota, e il Sud


 L’8 e 9 giugno si voterà per le europee; grosso modo, ai primi di maggio, cioè tra un mese e mezzo, bisognerà presentare le liste. A tutt’oggi, 19 marzo, l’argomento non è manco sulla decima pagina dei giornali. Ovvero, i partiti immagino stiamo preparando mici mici zitti zitti dei nomi, che, filo filo l’ultimo giorno, verranno esibiti nelle sedi competenti e agli elettori; filo filo, proprio per impedire che se ne parli.

 Io conto un solo voto, 01, però il mio 01 lo darò dopo aver letto le liste; e se non mi convincono, quei due giorni me ne andrò a nuotare. Un voto, ripeto, 01, però lo darò o meno… e già, niente e nessuno mi obbliga a votare, nemmeno una tessera, che del resto non ho dal 1994. Come passa il tempo!

 Dovrei anche leggere i programmi, però lo farò al netto delle chiacchiere al vento e dei paroloni roboanti, “e du’ ova”, come spiritosamente celiano a Lucca. Estratta dunque la radice quadrata, vedrò se c’è qualcosa di serio.

 Per esempio, se e cosa qualche candidato intende fare per il Meridione; bene inteso, niente piume e parole che il vento se le leva, ma cose sensate e credibili. Non prenderò in alcuna considerazione la promessa di far tornare la Magna Grecia… anche perché io, essendo tra i pochissimi che ne sanno, so che non erano affatto rose e fiori e tutti, proprio tutti filosofi e poeti!

 Controllerò se qualcuno vorrà proporre la Regione Ausonia, regione unica tra Molise Puglia Basilica Campania Calabria; e come spendere i fondi europei e PNRR al fine di creare lavoro e non “posti”… insomma, le cose che vado dicendo e scrivendo da almeno mezzo secolo. Se non trovo roba del genere, non voto.

 Ci sarà una lista meridionalista? Beh, se uno legge Facebook e certe proclamazioni, una lista meridionalista dovrebbe sperare in migliaia, in milioni di voti. Ma si tratta di gente che ignora totalmente sia la storia del 1860 (Cavour e Napoleone III, chi erano costoro?) sia soprattutto la realtà del 2024; e che scrive due giorni e poi sparisce.

 E infatti, l’unica volta che venne presentata una lista di Equità territoriale, direttamente ispirata da Pino Aprile, ottenne lo 0,24% dei voti, una cifra da leggere con il microscopio; due anni fa, in Calabria, nemmeno ottennero un posticino in lista, quindi 0,0. Ovvio: quando quelli scrivono di fantastiche ricchezze perdute o di stermini e persino, ridicolmente plurale!, genocidi, ne godono, però non ci credono nemmeno loro: onanismo storico e immaginario!

 Ho dunque il fondato sospetto che, alle prossime elezioni europee, il Sud comparirà solo nei comizi. Leggeremo le liste, con particolare attenzione ai candidati calabresi.

Ulderico Nisticò