Georg Gottlob, neocalabrese; e l’IA.


 Gottlob, celebre professore austriaco, docente a Oxford d’informatica, da quest’anno accademico 2023-4, è docente all’UNICAL, e vive a Paola, dove dice di trovarsi benissimo. Viene per l’intelligenza artificiale.

 Si verifica così una situazione curiosa: finora erano i Calabresi ad emigrare altrove; ora sono i forestieri a venire in Calabria.

 Beh, non è una novità assoluta, se spulciamo le storie di tutti i tempi: vennero da fuori Enotri, Siculi, Greci vari, Bruzi, Romani, nuovamente Greci, Normanni, Albanesi. E sarebbe interessante studio scoprire quanti, dopo l’unità, vennero in Calabria come ferrovieri, tecnici e maestri elementari e commercianti; e non si mossero mai più.

 Ed ecco la novità. Nel 1865, quando venne tracciata la prima ferrovia vera del Sud, la Bari – Reggio, era cento volte più facile trovare, in Calabria, un filosofo che un capostazione. Solo che i filosofi non dirigono tronchi ferroviari, e quindi non servivano per la bisogna. I capistazione dunque vennero dal Nord, certo terrorizzati e in lacrime; dopo di che si trovarono una meraviglia, presero moglie, e i loro discendenti sono calabresissimi, con un cognome che solamente qualche filologo si accorge essere di altra origine.

 Invece il caso di Georg Gottlob è molto, molto diverso; egli, espertissimo d’intelligenza artificiale, viene all’UNICAL perché l’UNICAL è molto avanti nell’intelligenza artificiale. Viene ad aggiungersi, lodevolmente, ma a quello che c’è già. Cose da non credere, una Calabria progredita! Anzi, avveniristica.

 Che può fare, la Calabria, con l’intelligenza artificiale? Sotto con la fantasia: per esempio, infilare tutti i dati disponibili nell’IA, e vedere cosa ci dice sulla Calabria reale, sia quella storica sia l’attuale. Vedrete che una buona metà dei luoghi comuni su attualità e storia risulteranno campati in aria.

 Una volta che l’IA avrà conosciuto la Calabria reale, ci aiuterà a trovare soluzioni non più per la Calabria immaginaria.

 Qual è la Calabria immaginaria? Quella dei sognatori della domenica, che infantilmente immaginano un passato di rose e fiori e ricchezze da nababbi; e quella dei furbetti piagnoni a tempo pieno e lautamente retribuiti, segue cena. Entrambi si sbagliano; e propongono perciò rimedi insensati e a chiacchiere; e sono perciò gravemente dannosi. Abbiamo invece bisogno di verità, e consequenziali provvedimenti.

 Benvenuta dunque IA; e benvenuto in Calabria a Georg Gottlob.

 Ah, mi divertirebbe molto leggere dei versi greci composti dall’IA sulla Magna Grecia; per esempio, i “threnoi”, lamenti funebri, che vennero cantati per la spettacolare morte di Fitone, eroico e ostinato difensore di Reggio, per mano di Dionisio il Vecchio di Siracusa; e che non sono giunti fino a noi. Posso farlo io (comunque, al computer), ma voglio vedere l’IA come se la cava. Per lingua e metrica, non ho dubbi; se lo farà con poesia, quello è un altro discorso. Il poeta, dice Platone, è “una cosa divina e leggera”, e deve avere dagli dei una “mania”, follia. E qui ti voglio, IA!

Ulderico Nisticò