Gioia Tauro, ovvero “Noi campiamo d’aria”


 Noi campiamo d’aria, cantava con tagliente ironia il compianto Otello Profazio. Si vede che questa protesta è arrivata a Bruxelles e Strasburgo, dove però non fanno ironia, ma propugnano seriamente che bisogna fare di tutto pur di respirare aria pulita… e morire di fame.

 In un modo o nell’altro, gli ultimi provvedimenti europei colpiscono, con tasse varie, i porti europei; e, oggettivamente, favoriscono quelli africani e asiatici del Mediterraneo. La motivazione sarebbe, secondo Bruxelles, ecologica.

 Ovvero, i porti europei inquinano, quelli degli altri invece, e per qualche miracolo, sono pulitissimi e la loro aria sa di Paradiso.

 La Calabria, dopo anni in cui Gioia Tauro era solo un sistema di gru, stava finalmente vedendo crescere l’indotto intorno al porto; e finalmente ci si era decisi a fare un poco di ferrovia. Pare che il 50% dell’intero scarso PIL della Calabria ruoti intorno a Gioia.

 Le tristi novità causerebbero la perdita di 4.000 posti di lavoro, in una Calabria dalla già altissima disoccupazione.

 Esempio: quando a Crotone l’aria era inquinata, la città era un centro industriale e operaio, e quindi di grande attivismo politico e culturale. Oggi, sparite le industrie, la provincia di Crotone occupa stabilmente l’ultimo posto d’Italia!

 È urgente, a mio modesto avviso, una battaglia per la difesa del porto di Gioia. Battaglia prima di tutto ideologica, e che affronti a muso duro certe prese di posizione che paiono in ogni modo obbedire a fantasie più o meno scientiste; e affermare che l’aria pulita è una cosa bella, ma non per questo dobbiamo scatenare una crisi sociale, e soprattutto in terre già in preda a seri problemi.

 La Regione Calabria, Occhiuto in testa, per primi devono opporsi, e a muso duro: sono finiti i tempi di “Ce lo chiede l’Europa”. L’Europa (dis)Unita non è un mostro sacro o l’areopago dei saggi; è solo un’entità provvisoria, e nemmeno politica, bensì meramente burocratica; e può sbagliare, anzi spessissimo sbaglia.

 Come sempre, vorrei vedere cosa fanno deputati, senatori, consiglieri regionali eccetera. E anche, e soprattutto se escono dal letargo gli intellettuali piagnoni superpremiati e cittadini onorari anche di Borgorosso e Crepacore. E che sono muti, quotidianamente muti tranne quando devono singhiozzare a comando… segue cena.

Ulderico Nisticò