I Santi Anargiri


Così sono chiamati i gemelli Cosma (Cosimo, Cosmo) e Damiano, altrimenti noti come i Santi Medici. Anargiri (ἄνευ ἀργυρίου) perché curavano senza chiedere denaro. La loro venerazione è antica già in Oriente, dove operarono miracoli e subirono il martirio sotto Diocleziano. Una cappella a loro dedicata è in Santa Sofia di Costantinopoli.

In Occidente la diffusione della venerazione è più recente, e molti la mettono in relazione con la famiglia dei Medici, che, da mercanti, divennero signori di Firenze e poi granduchi di Toscana fino all’estinzione nel 1737. La loro origine è abbastanza ignota, ma il primo potente mercante è Cosimo il Vecchio; e Cosimo il Grande fu il primo granduca, con altri due successori dallo stesso nome; troviamo anche dei Damiano. Dai vasti interessi europei, i Medici favorirono la venerazione dei Santi Anargiri.
Nel nostro territorio, due sono i luoghi dove i Ss. Medici sono molto venerati: Satriano e il santuario di Riace.

Il patrono di Satriano, in verità, è san Teodoro, di origine bizantina: è il patrono dell’esercito imperiale; e si confà dunque a un castello importante qual era Satriano: “a Picocca”. La sua festa coincideva con la Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo, cioè “Sophia”, la Sapienza divina. Ma la venerazione si affievolì, e c’è solo la memoria liturgica il 9 novembre, con la festa agli effetti civili.

Riace era meta di un pellegrinaggio da ogni dove. Dai paesi interni del Golfo di Squillace partivano a schiere; e la sosta tradizionale era la Grotta di Monte Stella, un luogo arcano e sacro.
Tra i pellegrini, a Riace spiccava il grande raduno degli Zingari. E dico Zingari per esattezza filologica, impipandomene, come mio solito, del politicamente corretto. Dico gli Zingari veri, nomadi, quelli che allevavano cavalli e battevano il ferro, e leggevano la mano e praticavano giochi di prestigio; e furono odiati, temuti e ammirati. Li guidavano il re o la regina.

Erano devoti ai Santi Medici: o chissà cosa veneravano?
Succedevano, a Riace, anche altre cose, ma qui davvero non è il caso di parlarne. Informo il lettore che “sacro” non è sempre sinonimo di santo, e spesso è il contrario.
Che Cosma e Damiano ci aiutino.

Ulderico Nisticò


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *