I trafiletti, ovvero: Niente bombe, niente guerra


 Io amo moltissimo i trafiletti, quelle notiziole che i giornalisti politicamente corretti (e prudenti del posto!) non danno mai in prima pagina, e nemmeno in decima, però le devono pubblicare per contratto, e allora le mettono dopo i necrologi. Vi porto un esempio che mi riguardò, e accadde nel 1974, quando lessi due righe, letteralmente due righe, che accennavano a tensioni belliche tra Italia e Iugoslavia (tutt’altro che Felice Memoria!), e che questa tratteneva in servizio i suoi soldati di leva prossimi al congedo; come amante dei trafiletti, capii che la faccenda era seria, e infatti mi costò altri due mesi di naia. Potenza dei trafiletti.

 Stamani le tv danno una piccola notizia nella striscia che di solito non guarda nessuno, e dicono che gli USA sospendono l’invio di bombe allo Stato d’Israele. E già, dopo settimane che Biden prega Netanyahu di non invadere Rafah, e Netanyahu se ne frega di Biden e invade, era l’unico modo per gli USA per salvare un tantino, anche se molto tardivamente, la faccia.

 Io non so se Biden mi legge, ma io sono almeno trent’anni che, su varie testate e sulla nostra, vado ripetendo che lo Stato d’Israele non fabbrica certo carri armati e aerei negli assolati e desolati kibbutz, i quali non producono manco i cedri, visto che i rabbini debbono venire a comprarli in Calabria. Aerei e carri sono americani; e se l’America non manda bombe, lo Stato d’Israele non può fare la guerra.

 E figuratevi i Palestinesi, i quali non solo non producono a Gaza i missili, ma anche per mangiare devono attendere aiuti altrui; e non solo ora che c’è la guerra, ma dal 1947.

 Se dunque si volesse davvero la pace in Terra Santa, basterebbe non mandare bombe e missili e soldi a nessuno dei due contendenti. Vero che “furor arma ministrat”, insegna Virgilio, e se due vogliono litigare lo fanno anche con le mani: ma sarebbe una rissa, non una guerra.

 Impedire la guerra, è già molto; tuttavia molto più importante, e di maggiore efficacia, sarebbe l’azione politica e morale del mondo, che tutto, autorità e opinione pubblica, dovrebbe smettere di parteggiare per gli uni e per gli altri, evitando patetici, e del resto inutili tentativi di santificazione degli altri e degli uni, a cominciare dal far credere che la faccenda di Terra Santa (secondo alcuni, la storia dell’intero Pianeta!) sia iniziata il 7 ottobre 2023, e non, come fu, almeno dal 1929, con abbondanti precedenti dai tempi di Giosuè.

 Ora vediamo quanto resiste Biden a non mandare bombe… o quanto lo fanno resistere. Lo fanno, chi? Non ve lo dico: arrivateci da soli.

Ulderico Nisticò