Il partito Calabria, ovvero PUSP


Il consiglio regionale di ieri 19.12.18 dimostra, se ce ne fosse bisogno, che in Calabria c’è un solo partito, il PUSP, ovvero Partito Unico Spesa Pubblica.
Esso è unico, però, in apparenza, diviso in fazioni, che, per gabbare i gonzi, si chiamano centrosinistra o centro(destra); e, all’interno di ogni fazione, ci sono le correnti e altre forme di distinzione: ma lo scopo è uno solo, ed è la spesa pubblica; con il sottinteso di guadagnarci qualcuno qualcosa, o direttamente in soldi, o sotto forma di posto alla Cittadella per la figlia che è tanto brava però non la capisce nessuno; o sotto infinite forme di favori e favorini.

Il motto del PUSP è, ovviamente, in dialetto calabrese: “Chiru est’amicu do meu”, con tutte le varianti locali. L’amicizia può essere, a sua volta, di natura diversa: parentela, loggia, club, cene, cosche, pranzi, scambio di servizi; e, soprattutto, elettorale.
Se ne deduce che ogni eletto opera non solo e non tanto per buscarsi soldi etc, ma per mantenere il posto elettivo; quindi farà favori agli elettori, con particolare riguardo a quelli che, per vari motivi, possono indirizzare i voti in una certa quantità.

Gli elettori, mentre con la ragione danno ragione a chi protesta e critica, per esempio a me, con la manina e la matita votano per il peggio possibile. Se sono normali ignoranti, ammettono di farlo per interesse (“tu hai ragione, ma oggi come oggi… ”); se hanno fatto studi classici (una vera piaga della Calabria!) spiegano che bisogna essere “machiavellici”. Per questa o quella motivazione, gli elettori eleggono il peggio del peggio (politicamente parlando, s’intende: per il resto, santi subito!), ovvero: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra; e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra).
Il risultato di costoro è che la Calabria è la terzultima su 360 regioni d’Europa; e le sue province occupano saldamente tutti i posti più bassi per qualità della vita: Catanzaro, 88ma, Vibo ultimissima.

Gli elettori calabresi lo ignorano? Ma no, lo sanno, eccome. Ma il PUSP ha un secondo motto, che è “eu mi viju i cosi da casa mia”, ovvero “il proprio particulare”. Lo ha detto il Guicciardini, ma non si deve pretendere troppo dal calabrese con titolo di studio: era stato interrogato sul Machiavelli, per la lezione seguente poteva riposare.

E già, perché i politicanti sono quello che sono, in Calabria: ma gli intellettuali e accademici, te li raccomando, muti come pesci, e sempre pronti a riscuotere un pingue premio letterario: altra funzione del PUSP.

Ho scritto muti, non muto! Pesci, non pesce.
Insomma, ecco perché, con la sola encomiabile eccezione di Guccione, nessuno ieri ha chiesto le dimissioni di Oliverio e lo scioglimento del Consiglio: ragazzi, da qui a novembre sono altri dieci mesi di salario, sempre a carico del PUSP!

Ulderico Nisticò


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