Il valore educativo della Colletta Alimentare nella lotta agli sprechi


E’ una lotta all’ultimo sangue contro lo spreco – che si aggira intorno ai 5,6 milioni di tonnellate di alimenti mandati al macero ogni anno – quella che la Fondazione Banco Alimentare conduce da anni in Italia con il supporto della rete di associazioni convenzionate.

La Colletta Alimentare – che si ripete da ben ventidue anni nei maggiori supermercati del Belpaese nell’ultimo sabato di novembre – è solo una (anche se la più visibile e partecipata) delle tante iniziative portate avanti per arginare la povertà che ormai raggiunge numeri impressionanti: “Per fortuna la legge antisprechi n. 166/16 (cosiddetta legge Gadda) oggi ci consente di recuperare le eccedenze alimentari in 13mila supermercati a due giorni dalla loro data di scadenza – ha chiarito Giuliana Malaguti, responsabile della comunicazione della Fondazione del Banco Alimentare, intervenuta alla presentazione “catanzarese” della giornata della Colletta, tenutasi venerdì in Provincia – Questa legge ci permette anche di evitare che vengano buttati via quintali di cibo, prodotti in occasione di eventi o sulle navi di crociera. Ed è anche cibo di qualità quello che, grazie alla stipula di nuove convenzioni con grandi aziende, la Fondazione riesce a recuperare ed a distribuire tramite le associazioni di riferimento”.

L’importante – come ha fatto notare monsignor Gregorio Montillo, vicario episcopale della diocesi di Catanzaro – è che la persona sia messa al centro, e che venga accolto il grido del povero, senza che la donazione diventi occasione di umiliazione: lo sa bene anche Nancy Aranzalez, chiamata dalla moderatrice dell’incontro, Benedetta Garofalo, a dare testimonianza di quanto fatto all’interno dell’associazione da lei fondata, “Assoagry”, nel rispetto della dignità della persona che ha bisogno, spesso in difficoltà ad ammettere il proprio stato di indigenza. “Chi è nato precario è abituato a chiedere aiuto, ma chi lo è diventato prova vergogna a farlo – è stato il commento di Nancy Aranzalez – E’ per questo che, al di là della busta di derrate alimentari, è del tempo che gli si dedica ciò di cui i poveri hanno davvero bisogno. Fare del bene ormai rappresenta un lusso, perché in pochi hanno tempo da donare”.

All’appuntamento per la Colletta Alimentare del prossimo 24 novembre le associazioni, con la partecipazione attiva degli studenti, non mancheranno di certo: ben centoventimila sono state le persone aiutate lo scorso anno in Calabria, e 144mila i chili di derrate raccolti nei vari punti vendita. “Nella regione più povera d’Italia, in cui mancano le aziende che possano dare in beneficenza le proprie eccedenze, come avviene al Nord, ed in cui la maggior parte dei prodotti proviene dall’Unione Europea attraverso l’Agea, si registra una grande solidarietà tra gli stessi cittadini che si recano a fare la spesa e consegnano una busta di alimenti ai volontari – ha continuato Gianni Romeo, direttore generale del Banco Alimentare della Calabria – E sono sempre le persone più in difficoltà ad essere le più generose: non posso non ricordare la signora un po’ avanti negli anni che, nel giorno della Colletta, in un supermercato calabrese, ha portato la salsa da casa da donare ai poveri. Era l’unica cosa che poteva dare, e di certo l’ha fatto col cuore”.


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