Il tasso d’occupazione femminile tra 15 e 64 anni, in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, è addirittura più basso della Guyana francese, dell’Estremadura spagnola, della Tessaglia e della Macedonia in Grecia, e perfino dell’enclave spagnola di Melilla in Marocco.europei”. In occasione dell’8 marzo, la Svimez anticipa alcuni aggiornamenti dei dati di una ricerca sulla condizione delle donne nel Sud, dalla quale emerge con chiarezza come la questione femminile sia una delle facce più evidenti e problematiche della più generale Questione meridionale.
Nel Mezzogiorno il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi in Europa. Il divario delle Regioni del Sud rispetto alla media europea, già elevatissimo nel 2001 (circa 25 punti percentuali), si è ulteriormente ampliato arrivando sopra i 30 punti, nel 2017. Solo la provincia di Bolzano si colloca nella prima metà delle regioni europee, con un tasso di occupazione femminile pari a 71,5%, alla posizione 92 nella graduatoria. Seguono Emilia Romagna (153) e Valle d’Aosta (154) e la provincia di Trento (175), con tassi di occupazione femminili intorno al 65%, in linea con la media europea dei 28 Paesi membri che è pari al 66,3%.
Delle rimanenti regioni del Centro-Nord, Toscana, Piemonte e Lombardia si collocano intorno alla duecentesima posizione, mentre le altre su posizioni più arretrate, con il Lazio ultimo in 236 posizione con un tasso del 55,4%. Le regioni del Mezzogiorno sono sensibilmente distanziate da quelle del Centro- Nord e si collocano tutte nelle ultime posizioni, con Puglia, Calabria, Campania e Sicilia nelle ultime quattro e valori del tasso di occupazione intorno al 30%, di circa 35 punti inferiori della media europea”.
Tra le regioni meridionali le posizioni meno sfavorevoli sono quelle Abruzzo (256) con un tasso di occupazione pari al 47,6%, Molise (260) e Sardegna (261) con tassi di occupazione intorno al 45%”. Le donne in Italia rappresentano il 14,3% delle persone senza dimora: secondo l’Istat, si tratta di persone con un’età media di circa 45 anni, che vivono la condizione di senzatetto mediamente da poco meno di tre anni. Oltre il 20% vive nelle regioni meridionali e insulari.
Più di un quarto ha un lavoro, (il 28%), che le impiega in media per 15 giorni al mese, da cui ricavano un guadagno di 330 euro. Gli eventi scatenanti legati alla condizione di senza dimora per le donne sono nella maggior parte dei casi riconducibili a rotture familiari, separazione dal partner e/o dai figli (70%), per quasi la metà alla perdita del lavoro stabile (49,7%), infine, per il 27,6%, alla presenza di malattie croniche, forme di disabilità e/o di dipendenza da sostanze e alcool. Il rischio di povertà per le donne è superiore a quello degli uomini, soprattutto per le fasce di età relative alla maternità (23,5% contro il 19,9% degli uomini per le 25-34enni) e per le over 75 (18,7% contro il 12,1% degli uomini).