La Calabria va malissimo, secondo Banca d’Italia


La Banca d’Italia lavora con i numeri, non con le chiacchiere e tabacchiere di legno. I numeri dicono che nel 2018 la Calabria è sotto la media nazionale del 31%; e siccome non ci facciamo mancare mai nulla per far figuracce, è del 13% sotto la media del già disperato Meridione. E dei millantati fondi europei, viene effettivamente speso solo un quinto, il 20%.

Quanto all’altra millanteria calabrese, il porto di Gioia Tauro, è in crisi senza speranze serie: altro che ZES e altri sogni.

Congratulazioni vivissime… e mica solo a Oliverio, che è il colpevole di turno. Congratulazioni anche a A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio [è stato anche assessore] di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra); e a tutti i politicanti a 360, anzi a 720 gradi; e a tutti i sederi piatti e passacarte degli uffici; e ai famosi intellettuali di Africo e non; eccetera. Alle prossime regionali, non ne voglio vedere manco l’orma del piede, di loro e di tutti i loro amici e seguaci. A proposito, se le rinviano fino l 2020: e sono tanti altri mesi di grasso stipendio senza prestazione d’opera.

La Banca d’Italia non si contenta di infierire su Regione etc., e guarda all’intera Calabria in quanto tessuto economico: scarsissima produttività, arretratezza (i laureati se ne devono andare), pessimi servizi… insomma, mette per iscritto quello che sappiamo benissimo per esperienza.

Sembra positiva la crescita del turismo; ma sono, secondo me, numeri sofistici, fatti contando le strutture legali, mentre sappiamo bene che i forestieri, in Calabria, abitano spessissimo in nero. Esempio, Soverato, con 380 (???) posti letto in albergo e qualcuno in B&b, e tanti cartelli affittasi.

E tutto il resto? E agricoltura, allevamento, industria, artigianato, miniere, e tutto ciò che costituisce l’ossatura dell’umana attività? Niente, un bel niente.
Qui urge un intervento chirurgico, non lievi dosi di aspirina con tante parole al vento. Servono azioni risolutive, immediate, senza discussioni, senza convegni, senza fiaccolate e altre sceneggiate.

Che farei, io?

– Controlli severissimi sull’operato degli enti pubblici.
– Radicale ripensamento del sistema della sanità.
– Lavori pubblici rapidi e seri.
– Confisca di fatto di tutte le infinite terre incolte; tranquilli, si può fare con un decreto di un solo articolo, che metta tasse altissime sull’incolto; e vedrete come se lo vendono o lo regalano.
– Turismo alternativo ai 15 gg di bagni: se i celebri intellettuali di Africo ignorano l’esistenza del turismo culturale, è perché sono asini e antimafia segue cena.
– Lo stesso per turismo religioso, di salute, congressuale, termale…
– Apertura a investimenti anche esteri.
– E tante cose simili.
– Ah, dimenticavo la criminalità: beh, ci sono vari approcci al problema.

Ma siccome è improbabile che qualcuno nomini me commissario con pieni poteri, chi deve fare tutto ciò? Una nuova, nuovissima classe politica, senza alcun legame con nessuno dei precedenti politicanti di nessunissima sedicente ideologia.

Ulderico Nisticò


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