La mappa del Giro d’Italia sembra una fake news!


Quando abbiamo visto la mappa del Giro d’Italia 2019 credevamo di esserci imbattuti in una fake news. Una delle tante che si trova sui social. Quella che girava su internet non poteva essere il percorso della competizione ciclistica più importante d’Italia. Non poteva esserlo perché l’Italia non finisce a San Giovanni Rotondo. Sinceramente abbiamo pensato che si trattasse del giro ciclistico di Padre Pio, nessuna mente “normale” poteva aver pensato il Giro d’Italia 2019 senza mezza Italia.

Purtroppo, però, con il passare delle ore e delle notizie che circolavano sempre più insistentemente sulla rete abbiamo dovuto arrenderci all’evidenza. Quest’anno RCS ha pensato bene di organizzare il Giro di mezza Italia, il sud in questa inedita competizione ciclistica non c’è. Cristo di è fermato a San Giovanni Rotondo, persino Eboli è diventato “profondo sud”. Inutile dire che questa decisione ci rattrista sia come sportivi che come cittadini italiani. Un Giro d’Italia senza la Sicilia, la Campania, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e la gran parte della Puglia che Giro è? Crediamo che il danno sia ormai bello è fatto. Difficilmente RCS tornerà sui suoi passi. Magari ascolteremo motivazioni quali: nessuna città del Sud ha richiesto una tappa del Giro d’Italia. E tutto questa sembra veramente risibile.

In una Nazione normale, in un Paese normale il Giro d’Italia sarebbe partito da Palermo, passato da Catanzaro, sfrecciato sotto Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, risalito dal Tavoliere delle Puglie e, dopo aver abbracciato Napoli, avrebbe proseguito verso il Nord, verso Milano. Ma evidentemente quest’anno, per qualche motivazione più o meno recondita, RCS ci ha dato un taglio. Non sappiamo se c’entra la “spendig review”, l’impennata dello “spread” o altro, sappiamo solo che quest’anno il Giro d’Italia ha cambiato nome ed essenza.

Il Giro di mezza Italia con buona pace di Garibaldi e della spedizione dei Mille nonché dei tanti appassionati sportivi e cittadini meridionali che con il loro calore e amore hanno sempre contribuito a far diventare una corsa ciclistica in una grande festa popolo. Peccato! Il Giro, quello vero, tornerà forse il prossimo anno. Nel frattempo, in attesa che passi questo anno sabbatico senza Giro d’Italia, noi (meridionali) a maggio e giugno guarderemo, leggeremo e ci occuperemo di altro. Sarà la nostra protesta, civile e ponderata, contro chi ha deciso di tagliare ancora una volta in due l’Italia. No Sud, no Giro! 

ASSOCIAZIONE CULTURALE – CATANZARO IN MOVIMENTO


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