La mattanza dei pini di Soverato


Le nostre battaglie dei primi mesi del 2022 sono servite solo a rinviare l’esecuzione dell’abbattimento di ben 725 alberi di Pino in località Corvo del comune di Soverato.

Il maresciallo Tassone dei Carabinieri forestali, riferisce che è tutto in regola ma non ci sarà data copia della documentazione; ci sarebbe consentita solo un’occhiata da vicino.

L’autorizzazione a procedere è arrivata dalla Regione Calabria legittimando una mattanza inaudita con un progetto di “Intervento di diradamento” per “Tutela fitopatologica e ricostituzione della pineta Corvo”.

Le problematiche degli alberi della Pineta erano state evidenziate dal Comune di Soverato nel 2019 con una istanza inviata al dipartimento Agricoltura della Regione Calabria (settore agricoltura) a firma del sindaco del tempo, Ernesto Alecci. Con questa si evidenziava all’Osservatorio Fitopatologico “la moria di un certo numero di piante di Pino” e si richiedeva di ricercarne le cause e concordare una “terapia ed eventuali successivi interventi di prevenzione al fine di risolvere la problematica così da salvaguardare e dal punto di vista sanitario e da quello ricreativo-ambientale uno dei polmoni verdi fiore all’occhiello della città di Soverato”.

Nel luglio 2020, sulla scorta del parere del Dipartimento 2 Presidenza UOA: Foreste, Forestazione e difesa del suolo”, veniva emanata dal sindaco di Soverato un’”ORDINANZA CONTINGIBILE E URGENTE DI INTERVENTO DI POTATURA/SPALCATURA STRAORDINARIA…” avendo individuato proprio in quest’area una risorsa attrattiva dove inserire attrezzature e arredi utili, realizzare parcheggi per auto, moto e biciclette, marciapiedi e vialetti di percorrenza” ma si evidenziava “l’elevata vulnerabilità” per possibili incendi e caduta di “rami pericolanti”. Pertanto, tenuto conto delle analisi di laboratorio che rilevavano la presenza di due agenti patogeni si ordinava “l’immediata attivazione presso la pineta “Corvo” dell’intervento straordinario”.

Nel marzo 2022 la sezione Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle inviava alla Regione Calabria, al comune di Soverato ed ai Carabinieri Forestali una segnalazione evidenziando che erano stato “martellati” ben 725 alberi da abbattere mentre l’ordinanza del sindaco E. Alecci del 03/07/2020 riguardava l’intervento di potatura/spalcatura straordinaria e, ove necessario, anche il taglio degli alberi sottomessi, ammalorati e/o non idonei. Inquietante era il criterio adottato per l’individuazione degli alberi da abbattere: molti di questi apparivano belli e rigogliosi, alcuni di quelli segnati raggiungevano quasi 2 metri di circonferenza e non avevano nulla di diverso dagli altri alberi. Perché una martellata a “macchia di Leopardo”? A cosa non sono “idonei” quelli segnati?

725 su circa 2500 pini, la cui messa a dimora risale agli anni 1978/80, non si dovrebbero abbattere ma curare. Il rischio è che si stia eseguendo un preciso progetto che niente ha a che fare con la salute della pineta di Soverato ma con il futuro porto. Ci è stata negata l’esistenza di un progetto a riguardo ma intanto sul web si trovano i rendering ed è preoccupante la somiglianza col porto di Badolato che ha già causato danni notevoli a tutta la fascia costiera adiacente compresa l’area SIC di Isca sullo Ionio, e la duna marittima di Sant’Andrea Ap. dello Ionio.

È previsto un trattamento fitosanitario degli alberi rimasti che, essendo cresciuti e vissuti a contatto con quelli che si è deciso di eliminare, potrebbero aver contratto la stessa malattia? Se è vero che questa “esecuzione è necessaria per la salute degli alberi e dell’intera pineta” e se è vero che c’è un patogeno (insetto rodilegno, fungo o batterio?), con quale criterio sono stati selezionati quelli sani e quelli da abbattere? C’è forse una scheda dell’agronomo per ogni singolo albero? E se sono cresciuti insieme si saranno ammalati anche gli altri; è prevista una fitoterapia adeguata per quelli rimasti?

Inoltre, se davvero dovesse seguire una ripiantumazione, che futuro avrebbero questi nuovi alberi a contatto con quelli rimasti? Il progetto prevede anche l’irrigazione e le cure necessarie? Trattandosi di atti pubblici che riguardano l’intera comunità, se realmente è tutto in regola e “democraticamente” condivisibile’ perché il sindaco Vacca non pubblica tutta la documentazione relativa al progetto? Sappiamo bene che si dovrebbe inoltrare richiesta di accesso agli atti ma la volta scorsa è stato necessario l’intervento dell’avvocato e la risposta è arrivata dopo tanto tempo.

Ora chiediamo che sia tutto pubblico, anche le schede fitopatologiche degli alberi abbattuti e da abbattere. Ribadiamo la necessità di uno spazio aperto per la cittadinanza e le associazioni, rievochiamo Il diritto alla trasparenza, chiediamo di sapere quali sono le motivazioni che impongono scelte così drastiche e tutt’altro che ecosostenibili.

Le problematiche ambientali e i conseguenti cambiamenti climatici impongono una presa di coscienza che va al di là del puro atto simbolico della piantumazione di pochi esemplari in occasione della festa degli alberi; ormai è necessario e urgente invertire il senso di marcia, smettere di tagliare a cominciare a piantare tantissimi alberi. Gli esperti insistono da tempo sull’importanza delle azioni concrete che aiutino il nostro pianeta e la natura a riprendersi. Sono troppe le offese che abbiamo inferto negli anni e nei secoli, troppi gli alberi che abbiamo tagliato e che non potranno più produrre ossigeno.

Questa pineta rappresenta – o rappresentava – un vero polmone verde x Soverato che negli ultimi anni ha visto l’abbattimento delle Tamerici del lungomare, di quasi tutti gli alberi di piazza M. Ausiliatrice e di un numero incalcolabile di olivi plurisecolari compensando forse con qualche nuovo alberello in occasione della festa degli alberi. In questa pineta si andava a passeggiare, a correre, a imparare ad andare in bici; un luogo che donava tanto ossigeno e proteggeva dal caldo e dai venti; ma quasi tutte le Amministrazioni che si sono succedute nel tempo hanno puntato tutto e solo sul cemento e sul turismo di massa di un solo mese all’anno. Su questo altare è stato immolato un grande patrimonio verde e anche la qualità del mare. Ne sarà valsa la pena?

Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle