La sposa


 È possibile scrivere un libro o rappresentare teatro o girare un film che parlino male di una città e cose simili? Eccome! Tito Livio e Virgilio sempre dicono bene di Roma, però Tacito, Marziale… Dante, fiorentino, ha riempito di fiorentini l’Inferno; cattolicissimo, di preti e papi… la letteratura inglese inventò il giallo per raccontare gli infiniti delitti londinesi… gli USA ogni dieci film apologetici ne mandano in giro uno che parla malissimo dell’America… ed è questo “cattivo” a rendere credibili quelli “buoni”.

 Invece, quando si scrive o si gira sulla Calabria, su dieci qualsiasi, ce ne sono undici che ne parlano male, e i peggiori sono quelli buonisti. La Calabria è sempre bruttina con qualche eccezione, spesso fasulla, tipo boschi uguali in tutto il mondo; mai castelli, chiese, musei; e i Calabresi sono goffi anche come delinquenti; se qualcuno arresta costoro, è forestiero; le donne, malvestite e senza linea; se qualcuno è carina, è di Milano; i personaggi sono quasi tutti dei morti di fame, e, nel caso migliore, dei piccolissimo borghesi che non contano niente nella vita; dialettofoni, e, se parlano italiano, è quello del sussidiario; eccetera.

 Storia, filosofia, arte? Completamente assenti. Un film su Gioacchino da Fiore? Mai sentito nominare, colui. Un normalissimo giallo con delitto amafioso? Figuratevi le proteste degli antimafia di professione! Una storia d’amore con alti e bassi e diciamo così pause di riflessione (ahahahahah)? E chi se le sente, le femministe! Insomma, in Calabria non può succedere niente al di fuori del solito stampino: miseria, arretratezza, fame, dialetto, isolamento…

 Del resto, come faceva la RAI a mostrare la Calabria girando il film nella Puglia? Puglia spacciata per Calabria come potrebbe essere un altro posto qualunque. Ovviamente, i soldi sono stati spesi in Puglia; e attori eccetera hanno pagato alberghi e ristoranti pugliesi per dire male della Calabria. Tutto legittimo, certo, e la RAI è libera di girare al Polo Articolo un film ambientato nel Sahara: ma io ieri sera ho visto cicogne e polpi di canale 35; in carenza di film dell’orrore sul 66.

 Ma la sposa è la figura eroica che… Ed è questo il messaggio avvelenato: la Calabria è, in toto, sciatta e accattona, però, ogni due o trecentomila casi, c’è un santo, c’è una santa, un o una martire… giusto per far risaltare che tutto il resto è noia!

 Il bello è che in Calabria, escluso UN, non protesta nessuno.  

 E UN che fa? Scrive un romanzo ambientato al Nord con delitti locali di ordinaria amministrazione; e misteri mondiali; e se compaiono dei Calabresi, sono persone di respiro nazionale e robustissimo fegato. “Lettere di sangue”, dico.

 UN si diverte così.

Ulderico Nisticò