Lamezia Terme – Che fine hanno fatto i lavori in via Casturi?


Lavori che, in realtà, non sono mai iniziati, nonostante i proclami della precedente amministrazione comunale di un imminente avvio del cantiere, che avrebbe posto riparo al pericolo di frana in via Casturi!

lam1Che fine ha fatto il progetto per la messa in sicurezza del quartiere? A chiederselo sono i residenti, preoccupati per l’ eventualità che la frana in atto nella parete rocciosa prospiciente l’ alveo del torrente, alle spalle delle abitazioni, possa mettere in serio pericolo l’ incolumità delle persone.
Abbiamo effettuato un sopralluogo, su segnalazione di alcuni abitanti, per renderci conto della situazione. A dire il vero, non è la prima volta che la gente di via Casturi si rivolge ai media per chiedere aiuto. Già in passato, questo luogo è stato oggetto di attenzione da parte delle tv locali. Attraverso le telecamere i cittadini avevano lanciato l’ allarme e invocato l’ intervento delle autorità, per essere tutelati dal rischio che incombeva sulla loro testa come una spada di Damocle. Ma, a distanza di anni, nulla sembra essere cambiato.
Ci troviamo in località “Calia-Casturi- Annunziata”, sulla sponda destra del torrente Piazza, all’ estrema periferia nord di Nicastro. Effettivamente, le condizioni di questa zona della città si presentano alquanto precarie. Si scorge un tratto di collina che spinge a valle alcuni edifici. Di fronte a noi, due fabbricati fatiscenti, con muri ed balconi dissestati, sono inclinati in avanti, come se stessero per cadere da un momento all’ altro. Ci viene riferito che, a suo tempo, per evitare un eventuale disastro, l’ amministrazione comunale ne ordinò lo sgombero e che i proprietari di una delle case si sarebbero trasferiti in un appartamento in fitto.

lam1bAnche la pavimentazione stradale pende da un lato, dando un senso impressionante di instabilità. Il dislivello desta ansia in chi è costretto a percorrere con l’ automobile questa via, che conduce a contrada Rito di Platania e, proseguendo oltre, a località Reillo. Ma la preoccupazione maggiore la manifestano i genitori dei bambini che ogni mattina compiono questo tragitto a bordo dello scuolabus.

Un cittadino si è persino rivolto ad un esperto del settore, per capire quali rischi effettivamente possano correre gli abituali frequentatori di via Casturi. “Ho osservato il quadro fessurativo e le lesioni presenti nei due edifici ubicati tra il versante in frana e la strada che costeggia il torrente Piazza- afferma l’ ingegnere Roberto Zicarelli, specializzato in interventi di consolidamento- Si tratta di un fabbricato in muratura portante a due livelli fuori terra e di un edificio a struttura portante in cemento armato a quattro livelli fuori terra. In particolare, le diffuse lesioni passanti con traslazione orizzontale dei solai, che hanno causato il parziale tranciamento degli elementi portanti verticali e messo fuori piombo le murature del primo piano, evidenziano la presenza di un dissesto in atto con conseguente grave rischio di un possibile, imminente e totale cedimento strutturale degli edifici in oggetto, che potrebbero collassare sulla strada adiacente. In definitiva- conclude- risultano non più differibili, al fine di salvaguardare l’incolumità di tutti coloro che si trovino a transitare in prossimità del sito, urgenti interventi di messa in sicurezza dei luoghi e della strada adiacente gli edifici”.
Il timore della gente, dunque, non è infondato. Eppure, in questi sedici anni, cioè da quando si è verificato il fenomeno naturale che ha provocato lo smottamento, lavori di risanamento non se ne sono ancora visti.
lam1cMesi fa avevamo chiesto aggiornamenti all’ (ex) assessore ai lavori pubblici di Lamezia, Rosario Piccioni, il quale rassicurava che “i lavori di consolidamento partiranno a breve. Riguardo al primo lotto, di circa due milioni di euro (Por Calabria FESR 2007-2013, ndr), – ha detto- siamo già alla fase della progettazione esecutiva. Mentre, per quanto riguarda il secondo lotto, abbiamo chiesto il finanziamento alla Protezione Civile Regionale”.
Lo scorso febbraio l’ amministrazione comunale dichiarava ai media di aver provveduto all’aggiudicazione definitiva dei lavori, per 2 milioni di euro relativi alla messa in sicurezza della frana di località Calia Casturi, alla ditta “Policost SRL” vincitrice dell’appalto con procedura di gara a valenza europea. Secondo gli amministratori del Comune, nel giro di alcune settimane (dopo la firma del contratto prevista per il 10 febbraio), sarebbe dovuto partire il cantiere”. Eppure, a distanza di sei mesi, dei lavori in via Casturi, non si vede nemmeno l’ ombra.

Una situazione a rischio di collasso. L’ allarme è contenuto, nero su bianco, nella relazione tecnica dell’ ing. Antonio Califano

Della reale situazione di pericolo in via Casturi troviamo conferma nella relazione tecnica dell’ ingegnere Antonio Califano, autore di numerosi sopralluoghi e indagini per conto del Comune di Lamezia.
A seguito dei dissesti subiti da alcune abitazioni di località “Calia- Casturi – Annunziata”, a causa dagli eventi atmosferici dell’ inverno 1997-98, l’ amministrazione comunale di Lamezia Terme incaricò l’ ing. Antonio Califano di effettuare uno studio geologico-tecnico nell’ area dissestata, al fine di rilevare lo stato dei luoghi e relazionare sulle condizioni del versante.
Successivamente l’ ingegner Califano, sempre su incarico del Comune, proseguì il monitoraggio. Perciò l’ esperto ha avuto modo di effettuare una serie di rilievi, constatando nel tempo un graduale peggioramento delle condizioni di equilibrio lungo il versante.
Nella sua relazione geologico-tecnica, datata maggio 2012, riguardante il progetto “Lavori di consolidamento e risanamento ambientale nelle località Calia- Casturi – Annunziata”, si legge: “Le nuove misure inclinometriche iniziate nel mese di febbraio del 2000 e terminate nel mese di dicembre 2000, misero in evidenza un forte incremento del movimento del versante, che si ritenne preoccupante, essendo costante nel tempo e coinvolgendo una massa rocciosa cospicua, certamente atta a determinare fenomeni dissestanti eclatanti, qualora il fenomeno gravitativo dovesse accelerare, fino a giungere al collasso del versante”.
Negli anni successivi, dalle osservazioni effettuate e dal peggioramento delle condizioni statiche dei fabbricati, balzava evidente che il versante continuasse a muoversi.
Ragion per cui, a distanza di nove anni dalla campagna di indagini geotecniche, l’ amministrazione comunale ritenne opportuno eseguire ulteriori osservazioni.
“Tali indagini – scrive Califano- hanno ribadito il dissesto in atto e la necessità impellente di intervenire con urgenza per porre riparo allo stato di instabilità in cui sosta il versante, con opportuni interventi antropici di consolidamento delle pendici collinari, miranti a frenare, e quindi
ad inibire, il movimento gravitativo in atto”.

Antonella Mongiardo


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