Le guerre sono come le ciliegie


 Lascio a chi lo fa di mestiere di esprimere sdegno e solidarietà e altra retorica; io, che da tali cose sono esonerato per la mia condizione di cittadino privato e senza manco tessera di partito, osservo che, come ho già detto e scritto, “le cose lunghe diventano serpenti”; e mi ricordo di quante guerre iniziarono per cosette da poco, tipo fuga di Elena con uno smidollato bellino, e alla fine coinvolsero tutto il Mediterraneo e dintorni, inclusi gli sbarchi immaginari di Ulisse a decine che oggi imperversano in Calabria e anche a Soverato: ahahahahah!

 Oppure, che nel 1939 iniziò una guerra per lasciare Danzica città “libera” ai capricci della Polonia, e finì consegnando a URSS e comunismo mezza Europa, e la Polonia intera. Non continuo, o dovrei scrivere un libro di storia universale. Ah, l’ho scritto: Abele e Caino; leggetelo.

 La strage di Mosca, comunque sia andata la triste faccenda, è comunque un fatto connesso al disastro dilagante nel mondo. Mi viene da ridere amaramente, quando mi sovviene di un certo Fukuyama, che nel 1992 scrisse un libro “Fine della storia”: secondo lui, con la caduta del comunismo sarebbe iniziata un’era idilliaca di rose e fiori e democrazia liberale, quindi di pace. Vendette milioni di copie come tutti quelli che scrivono fandonie; ottenne varie cittadinanze onorarie come gli intellettuali calabresi quando non dicono la verità; e da allora le guerre vanno a un soldo, alla faccia di Fukuyama e roba del genere.

 E ogni guerra ne ha scatenate altre. Una mattina si sono svegliati tre tagliagole, Obama Sarkozy Cameron, e, in preda alla foia di esportare la democrazia, hanno devastato la Libia e assassinato Gheddafi. Da allora la Libia è un massacro continuo. I democratici volevano fare lo stesso in Siria, ma sono stati stroncati dal popolo siriano con l’aiuto sostanziale di milizie curde e di Putin: ed ecco che si vendica l’ISIS?

 E che dire della Terra Santa, dove stragi e distruzioni durano, a fasi alterne, dal 1947, e nessuno fa niente, anzi guai se uno dice una mezza parola seria? Cosa intendo per serietà? Smettere di finanziare lo Stato d’Israele, che certo non fabbrica carri amati nei kibbutz, e non campa vendendo tisiche arance: basta pensare che per procurarsi dei cedri, devono venire in Calabria! Alla faccia di come hanno dissodato e coltivato il deserto. Lo stesso per i Palestinesi, che non producono manco i fasulli agrumi.

 Lungo il fiume Don, come in tutto il resto dell’ex Unione Sovietica malanima, urgono questioni di confini ed etnie. Uno di queste è l’attuale guerra tra Russia e Ucraina, che dura ormai da due anni, e nessuna delle due parti vince o perde. Con le sanzioni, l’Occidente non ha nemmeno sfiorato la Russia. Con le armi, consente all’Ucraina di combattere e non di vincere. L’Europa è impotente; l’ONU è una cosa patetica.

 E anche la Russia non dev’essere messa tanto bene, se una banda di delinquenti può andare in giro con mitragliatori e altri aggeggi, e non se ne accorge nemmeno un vigile urbano!

Ulderico Nisticò