L’Europa (dis)Unita e la pausa umanitaria; e i due Stati


 Tutto quello che sa dire il Consiglio dell’Europa (dis)Unita è la pietosa richiesta di una “pausa umanitaria”: pausa, come se la guerra fosse una partita di calcio con l’intervallo. Pietosa e patetica proposta, come subito si accorge chiunque mastichi un poco di polemologia, ovvero scienza della guerra; e di poliorcetica, ovvero scienza degli assedi.

 Lezioncina di poliorcetica, che prego il lettore intelligente d’interpretare solo in senso tecnico. Un assedio consiste proprio nel chiudere (herkos, recinto) la città da attaccare, in modo da impedire ogni ingresso e ogni uscita, e, soprattutto, nessun rifornimento, nemmeno, anzi tanto meno di viveri. Se io fossi un militare dello Stato d’Israele (quod Deus quam potissime avertat!!!) risponderei che niente garantisce che i viveri e altro non finiscano in mano ai combattenti nemici. Sarebbe come rifornirli, il che è esattamente l’opposto della suddetta poliorcetica. La “pausa umanitaria” entra a buon diritto nel mucchio delle cose che si dicono.

 Veniamo alla politica sul serio. L’Europa, che, stando ai numeri, sarebbe una grande Potenza territoriale ed economica, riunisce il suo Consiglio solo per quest’uscita da benefattori del XIX secolo; senza alcuna intenzione di incidere sulla situazione in modo efficace. L’Europa assiste a una guerra violentissima che si combatte nel Mediterraneo, e praticamente tace. Del resto, ha fatto e fa lo stesso con la gerra sul Don, a parte sanzioni che alla Russia hanno fatto meno di un baffo.

 Pare che il Consiglio abbia sussurrato anche “due Popoli, due Stati”, che è la soluzione e lo dicono tutti almeno dal 1947; ma nessuno propone come realizzare questa pia intenzione; con quali confini; con quali capitali… Uno Stato, per definizione, s’identifica con territorio, moneta, governo; se no è come il Granducato di Curlandia con i soldi del Monopoli.

 E il territorio del futuro immaginato Stato di Palestina non può essere mezza Cisgiordania e una Gaza di otto chilometri; e luoghi separati da un muro. E già, ve lo siete scordati tutti, quel muro? O ci sono muri belli e muri cattivi?

 Una volta determinati i due Stati, essi dovranno avere gli stessi doveri e gli stessi diritti degli altri Stati, e non uno di meno e non uno di più. Pare ovvio, ma da quelle parti non lo è affatto, anzi…

 Ovvio che, se ci saranno due Stati, quello di Palestina non dovrà attaccare quello di Israele; e quello di Israele non dovrà attaccare la Palestina… e nemmeno, come spesso fa, la Siria. Esattamente come San Marino non ha il diritto di attaccare Rimini.

 Lo avete capito, l’evidente paragone? La pace, per quanto è umano, si farà quando lo Stato di Palestina e lo Stato d’Israele avranno gli stessi diritti e doveri di San Marino.

 Anche sui giornali e tv, ovvio.

Ulderico Nisticò