Lidi europei, Bolkestein e Soverato


 C’è una direttiva europea Bolkestein sui lidi balneari. Ah, questa EU, che nulla fa di serio per la guerra sul Don, e che nemmeno si accorge di masse di clandestini e di morti, ma è bravissima nel misurare gli involucri delle ricotte… C’è una direttiva che, comunque, mette in discussione gli attuali assetti delle spiagge e delle concessioni demaniali agli stabilimenti balneari.

 Non la conosco nei particolari, perciò non ne dico, se non che timeo Danaos et dona ferentes, cioè sospetto sempre che nelle cose europee si nasconda qualche fregatura. Tanto più per il Meridione, che dalla balneazione trae un poco di ossigeno lavorativo e denaro fresco.

 È però vero, anzi evidente, che il settore dei lidi ha urgenza di una radicale ristrutturazione; e soprattutto nel Sud Italia, e a Soverato.

 Quella di Soverato è una situazione arlecchinesca per cronologia, per forme, per colori e per architettura; quest’ultima, decisamente casuale e senza il benché minimo ordine; e venuta su stagione per stagione con qualche aggiunta, spesso di materiale palesemente eterogeneo. Se capita qui quel tal Bolkestein e dà un’occhiata al Lungomare, sarebbe difficile non dargli un poco di ragione.

 Eppure è già un anno e passa che, dopo decenni di parole al vento, è stato annunziato il PIANO SPIAGGIA. Annunziato: solo che i lidi del 2023 saranno gli stessi identici di quelli che erano nel 2022 e nel 2021 e nel 2020… e nel 2000 e 1990; e, oggi 28 febbraio, non si scorge alcuna operazione di modifica; e mi pare improbabile avvenga qualcosa da qui al 15 giugno.

 Anche nel resto del Sud va così; ma io piango i guai miei. E siccome a Soverato la maggioranza è una silenziosa pigna di allineati e coperti e muti, e l’opposizione praticamente non esiste, sarei io curioso di sapere:

– che fine ha fatto il suddetto Piano Spiaggia;

– cosa si pensa dell’inevitabile che, tra un rinvio e l’altro, prima o poi la direttiva Bolkestein arriverà anche a Soverato, e magari con al seguito una multinazionale dei lidi.

 E che fanno e che dicono i direttamente interessati, i nostri gestori attuali dei lidi? Lo sanno che, comunque vada, Bolkestein è in agguato? Anche loro, silenzio.

 E, con o senza Bolkestein, vorrei sapere se vedremo mai un quadro meno paesanotto e approssimativo della nostra ormai unica attività economica, cioè la spiaggia per quei pochi giorni di mezzo luglio e mezzo agosto: ma siccome è tutto quello che abbiamo, non lo dobbiamo perdere.

 Vero ma non possiamo nemmeno restare a com’era la spiaggia quattro o cinque decenni fa.

Ulderico Nisticò