Lumpenproletariat


 Questa parola, composta come spesso in tedesco, significa alla lettera “cencioso proletariato”, in senso lato, si rende come “sottoproletariato”. La crea, indovinate, Carlo Marx, il quale è il filosofo del socialismo scientifico, o almeno così lui credeva. La parola e il concetto, come del resto tutto Marx, sono stati abbondantemente dimenticati da una sinistra che di Marx non sa più nulla.

 Cos’è, per Marx, e del resto prima di lui per Servio Tullio, il proletariato? È una classe, cioè una condizione sociale (nel ceto si nasce, nella classe no); nel caso dell’Ottocento, i prestatori d’opera dell’industria. Secondo Marx, questi vengono sfruttati con il minimo possibile di salario… Ne prendono coscienza; si organizzano in disciplinato partito; attendono l’implosione del capitalismo; al momento opportuno, e non prima, fanno la rivoluzione (rivoluzione, non bruciano auto dei poveracci) e assumono (il partito, s’intende, non ognuno di loro a capriccio!) il potere.

 Cos’è, invece, il sottoproletariato? Qui mi giovo della definizione dello storico borbonico De Sivo: “la plebe… la mischianza del peggio di tutti gli ordini sociali”. O, secondo il detto calabrese, “ricco impoverito e povero arricchito”, decisamente un mucchio senza alcun ordine e razionalità. Il sottoproletario non lavora, ma si arrangia; non prende coscienza, ma si dà ai vizi con i pochi soldi che ha… o molti, e se sono molti, la situazione è più grave. Insomma, ha tutto il peggio della borghesia senza alcuno dei suoi pregi; e va in cerca di una presunta felicità consistente in edonismo a basso costo, generalmente di natura superficialmente sessuale.

 Secondo Marx, i sottoproletari sono nemici nati dei proletari: sono, infatti, disponibili a vendersi per una cena e una dose e uno sballo; e si vendono a chi capita.

 Io ho molti amici personali che sono compagni. Mi piacerebbe che queste poche righe aprissero loro gli occhi, tanto più dopo le ripetute batoste elettorali. Ripetute e inspiegabili, pensano, in un’Italia dove musica e cinema e tv e temi in classe sono nettamente di sinistra… e poi la gente vota non centrodestra ma decisamente destracentro, anzi il meno centro possibile.

 Studiate Marx, amici.

Ulderico Nisticò