Lunedi 1 Novembre andrà in onda su Rai Uno il film dedicato al giovane campione del mondo di calcio della squadra  “Crazy for footbal” Antonio Barba, scomparso tre anni or sono


A distanza di quasi tre anni dalla sua prematura scomparsa, Antonio fa parlare di sé, suscita emozioni, ricordi, sensazioni, riflessioni sulla vita e sul destino di ciascuno di noi. Una vita breve , ma intensa la sua, che ha lasciato un segno indelebile, nonostante il male che lo aveva colpito negli ultimi due anni prima del conseguimento del diploma all’ITIS di Vibo Valentia gliela avesse fatta odiare al punto di dire “basta”.

Chi l’ha conosciuto ,apprezzava i suoi modi franchi, sinceri, la sua disponibilità d’animo , la sua voglia di fare , la sua smisurata passione per lo sport. Praticava diverse discipline dal tennis al calcio. Da calciatore ha fatto parte della squadra del “Crazy For Footbal “ vincendo il campionato mondiale.

Il tre Agosto di due anni fa i suoi compagni di squadra insieme al dottor Rullo , medico che segue i ragazzi che soffrono di disturbi psichici, lo hanno voluto ricordare in un memorial svoltosi a Filogaso.

Il memorial, era stato organizzato dalla Pro Loco insieme all’equipe tecnico-scientifica della Nazionale e patrocinato dalla Regione Calabria, dal Cip (Comitato Italiano Paralimpico), dal Coni Nazionale, da Ecos ,da International Football Committee e da Dream World Cup, ed ha voluto ricordare uno dei suoi giocatori, Antonio Barba, campione del mondo nella finale della Dream World Cup 2018 contro il Cile. 

In questi giorni sono state ultimate le riprese del film dedicato a quei giovani campioni. Il film è stato diretto da Volfango De Biasi e prodotto dalla MAD e presentato al festival Internazionale di Roma. Nel casto la partecipazione di Sergio Castellitto e Max Tortora. Antonio è interpretato dal Walter Cordopatri.

Credo che vedere il film sia un doveroso tributo ad Antonio ed a tutti quei ragazzi che cercano una loro collocazione nella vita e che dimostrano un profondo desiderio di partecipazione e di inclusione.

Nicola Iozzo