Mafia, Nassiriya, Terra Santa: ho avuto tre volte ragione?


Bari

 Per carità, anch’io, come tutti gli esseri umani, mi posso sbagliare; però, quando la indovino la indovino, e questa volta dichiaro di aver avuto ragione in tre casi e non da poco.

 Il primo caso è il mio notissimo ritornello ANTIMAFIA SEGUE CENA, ovvero antimafia di professione e a tempo pieno; e credo di aver ragione dopo il fatto di Bari, senza scordare i vari antimafia finiti in galera. L’antimafia segue cena è tutto l’apparato di parole alate e sfilate e palloncini e convegni mentre gli studenti giocano con il cellulare, e relativi temi in classe portati da casa già copiati in bella, tanto sono gli stessi della mamma e nonna. Tutta roba che alle mafie non fa nemmeno il solletico; e che comunque ha per oggetto una mafia di due secoli fa, mentre le mafie del 2024 sono multinazionali del crimine e i mafiosi non scannano magre capre, bensì mangiano caviale e champagne a Singapore dove tengono i soldi elettronici. Alcuni antimafia sono in buona fede, lo so; ma, dal mio punto di vista, sono per questo più pericolosi, perché non badano ai fatti ma alle parole; e invece plumas y palabras el viento las lleva. Ho avuto ragione?

 Quante volte ho scritto su Nassiriya! E quanto ho scritto che in quel triste luogo non c’era nessuno di guardia armata, e nessuno ha sparato, alcuni lettori, anche miei amici, mi prendevano in giro. E quanto ho precisato che a Nassiriya non ci furono “eroi” perché gli eroi sparano addosso al nemico, o, in alternativa, cadono con il fucile fumante e baionetta innestata! E lo dicevo dall’alto dei miei sessanta (60, conto preciso) servizi di guardia con fucile e innestata baionetta; e se il nemico non venne, mica era colpa mia! Ora esce il libro del generale BURGIO, il quale scrive, da quel che sento, le stesse cose: il presidio militare italiano non era difeso come si deve, anzi non era difeso proprio; e tanto meno qualcuno fece qualcosa per difenderlo, come soprattutto sparare addosso al camion: un colpo all’autista e uno alle gomme, in quest’ordine. Di chi fu la colpa? Di una catena di comando, dall’ufficiale sul posto via via fino al governo. La colpa, soprattutto, di un atteggiamento ambiguo: l’Italia arrivò in Iraq a guerra combattuta e finita dagli altri; e spacciò l’occupazione per distribuzione caramelle ai bimbi; tipo Mettete dei fiori nei vostri cannoni. I Caduti di Nassiriya furono sì vittime, ma vittime della retorica e del pacifismo. Ho avuto ragione?

 Da anni, da molti anni, io scrivo e dico in tv che il solo modo serio per fermare la guerra eterna tra Stato d’Israele e Palestinesi è isolare diplomaticamente, economicamente e moralmente tutti e due i nemici, senza alcuna tifoseria e simpatia nemmeno nominale e cinematografica. Dico e scrivo che i Palestinesi campano di sussidi; e che lo Stato d’Israele non produce i carri armati e gli aerei nei romantici kibbutz in pieno deserto, bensì qualcuno glieli dà; e non vende certo le sue tisiche arance e pompelmi secchi, se persino il cedro lo compra in Calabria! Oggi c’è la notizia che l’ONU, in una botta di coraggio, approva una mezza risoluzione, e fin qui è banale; ma gli Stati Uniti non pongono il veto, e si contentano di una pilatesca astensione: è la prima volta che gli USA non sostengono alla cieca lo Stato d’Israele, e la faccenda viene equiparata a una presa di distanza. Se io fossi al posto di Netanyahu (quod Deus avertat!!!) mi preoccuperei molto, e come persona politica, e come capo del governo di Tel Aviv, e come punto di riferimento dell’ebraismo mondiale. Ho avuto anche stavolta ragione?

Ulderico Nisticò