Migranti, divise e banche


Politicamente, nel nuovo anno, non è cambiato niente. Stesso modus operandi e stesse polemiche. Giustizialisti da un lato che gridano al complotto dando sempre la colpa agli altri e buonisti radical chic che fanno le vittime per difendere pubblicamente ciò che privatamente non si sognerebbero di mai di voler difendere.

Ci risiamo. Le ennesime navi che solcano il mediterraneo cariche di disperati che cercano approdo in Europa e che trovano le porte sbarrate e i porti chiusi. Ancora una volta c’è chi fa la voce grossa contro le negligenze dei rappresentanti del carrozzone europeo e chi si preoccupa di piegarsi a novanta per ottenere, bontà divina, chissà cosa. Ma nessuno che si preoccupa di prendere il problema e risolverlo. Certo, sentendo il governo giallo-verde, la risoluzione sta nel non accogliere, prendere di petto le istituzioni europee e riscrivere le regole che ad oggi sono solo una fregatura per l’Italia; ascoltando, invece, gli oppositori, il problema non c’è e bisogna continuare ad accogliere i migranti aiutando chi effettivamente sta morendo. I primi però gongolano se una nave approda in un paese diverso dall’Italia e i secondi non comprendono che il commercio di schiavi non aiuta solo i disperati, ma ingrassa anche la malavita che gestisce questo vile “mercato”. Va bene! Ma che ce frega, ma che ce importa! Le elezioni europee stanno arrivando e dopo vedremo da che parte sta la ragione.

Poi abbiamo un ministro, nonché vice premier, che in varie occasioni ha indossato la divisa del corpo che andava a visitare: quando quella della polizia, quando quella dei vigili del fuoco. E sinceramente, leggere sui giornaloni di partito, oltre che ascoltare dotti, medici e sapienti alla Saviano maniera, di indignazioni e denunce per una cosa già vista più volte, in altri governi e con altri ministri, mi fa capire che non ci sono più notizie serie di chi cui parlare e che il fondo molle toccato e direttamente proporzionale alla pala che serve per scavare. Basti pensare che in questi ultimi giorni la notizia che tiene banco sui social è che il figlio di Briatore non farà l’Università! Fate voi.

Chiudiamo col salvataggio della Cassa di Risparmio di Genova, abbreviata in Carige. Sembra la stessa pantomima sostenuta dai governi Renzi e Gentiloni per il salvataggio di Etruria e Monte dei Paschi. Di per se non è sbagliato difendere i piccoli risparmiatori che depositano in banca il poco che riescono a mettere da parte in una vita di stenti. Ma così come avrei voluto che venissero pubblicati i nomi dei grandi investitori che non hanno restituito i denari che hanno frodato ad Etruria e Monte dei Paschi, così pretendo dal governo del cambiamento le motivazioni e i nomi che hanno portato al fallimento di Carige. Prima che i miei soldi servano per ripianare i debiti di un coglione, almeno ditemi a chi devo sputare in faccia.

Ecco! Chiusa la parentesi storica-natalizia del cappuccino, riprendo da dove ho lasciato il 16 dicembre. La speranza è che almeno si riesca ad avere notizie un po’ più utili da commentare.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *