Quattro condanne all’ergastolo, tre a 30 anni di reclusione ed altre cinque a pene da due ai sette anni di reclusione. È la sentenza emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro nel processo con rito abbreviato a carico di 12 persone coinvolte nella faida in cui, tra il 1987 ed il 2007, furono coinvolte alcune cosche di ‘ndrangheta del crotonese. Il processo è stato il primo in cui sono confluite le dichiarazioni accusatorie di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa nel 2009 ed il cui cadavere fu dato alle fiamme. I quattro ergastoli sono stati comminati a Vincenzo e Pietro Comberiati e a due omonimi, Salvatore Comberiati. Tra i condannati a 30 anni anche il boss detenuto Nicolino Grande Aracri. Due anni e 4 mesi di reclusione anche per il collaboratore di giustizia Domenico Pace. I giudici hanno accolto totalmente le richieste avanzate dal pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio. Gli imputati furono coinvolti nell’operazione “Filottete”, eseguita dai carabinieri di Crotone. Le indagini, dirette dall allora pm della Dda di Catanzaro Salvatore Curcio, attualmente sostituto procuratore generale, consentirono la ricostruzione di sette omicidi avvenuti nell’ambito della faida tra le cosche di ‘ndrangheta dei Comberiati di Petilia Policastro e Grande Aracri di Cutro.