Apprendiamo dalla stampa di un’aggressione, con pestaggio e minacce, ai danni di un uomo originario del Gambia da parte del suo datore di lavoro in seguito alla richiesta del lavoratore della misera paga accordata per il lavoro svolto (25 euro giornaliere per 11 ore lavorative).
Quest’ ennesima vicenda rimanda alla ribalta della cronaca due aspetti fondamentali: l’aspetto della discriminazione razziale e quello dello sfruttamento lavorativo, temi ai quali come “Calabria Resistente e Solidale” siamo particolarmente sensibili. I nostri attivisti combattono quotidianamente il fenomeno del razzismo in generale e del caporalato in particolare, in tutti i settori ed in tutti i territori della nostra regione.
Oltre ad esprimere vicinanza al ragazzo ci dichiariamo disponibili fin da subito a metterci a disposizione per lui e per tutti gli altri lavoratori, migranti e non migranti, per i precari di tutte le categorie, che subiscono quotidianamente ogni forma di angheria, andando a lavorare, a volte anche ammalati, spesso sotto il ricatto della perdita del precario posto di lavoro.
Per il rispetto delle persone e dei diritti di tutti i lavoratori, per costruire una Calabria diversa, Resistente e Solidale c’è bisogno di esprimere solidarietà a chi è vittima di soprusi con la pratica oltre che con le giustissime prese di posizione.