“Siamo ancora una volta costretti a rilevare che i prezzi dei biglietti aerei, dei treni o dei bus, non solo per la nostra regione, ma per tutto il sud in generale, sono molto proibitivi per i consumatori che decidono di rientrare nel periodo pasquale”, scrive in una nota il Presidente dell’U.Di.Con. Regionale Calabria APS, Nico Iamundo.
Simulando l’acquisto di un biglietto di sola andata già per il 23 marzo da Milano, Bergamo, Torino o Roma verso gli aeroporti calabresi, notiamo come i prezzi abbiano registrato evidenti picchi al rialzo, con punte fino a 350€, facendo risultare l’aeroporto di Reggio Calabria, come il più costoso fra le rotte interne del nostro Paese.
Crotone, al contrario, è del tutto tagliato fuori, nonostante gli sforzi fatti dal governo regionale
nell’ampliare l’offerta erogata.
La situazione non varia di molto neanche per coloro i quali sono stati più attenti e hanno prenotato il rientro con anticipo. Chi lo ha fatto ha dovuto fare i conti con un aumento medio di circa 75,5€. Secondo Eurostat – continua Iamundo – gli incrementi sono iniziati già da inizio anno, con un aumento del 20% dovuto all’inflazione e al caro carburante.”
Sembrano infatti un lontano ricordo i tempi delle offerte low cost, se consideriamo che al
biglietto base vanno aggiunte le sovrattasse del bagaglio a mano o la scelta del posto a sedere. Iniziative lodevoli come quelle proposte ad esempio da Unical, Università della Calabria, che aderendo al programma Trenitalia for business, nell’ambito delle azioni previste dal Piano Spostamenti Casa Università, hanno promosso forme di mobilità sostenibili, permettendo a studenti e lavoratori di fruire di tariffe scontate del 20% per gli spostamenti
effettuati sulle Frecce.
Queste iniziative finiscono per alleggerire sì il carico che le famiglie devono sopportare, ma sono solo una goccia in mezzo al mare magnum.
È opportuno un confronto continuativo con i tavoli regionali e ministeriali per cercare di porre fine a questo salasso sulle tasche dei cittadini calabresi”.
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