Progresso della Calabria?


 Ne vorrei capire di più di statistiche e di come le elaborano, se un giorno leggiamo cattive notizie sulla Calabria, e l’altro ne arrivano di buone. Quella di ieri 12.3.24 è che la Calabria è tra le prime per IVA.

 Bisogna domandarsi se fino all’anno scorso l’IVA si pagava di meno perché si evadeva? Anche; e questo significherebbe che migliorano i controlli, quindi c’è il timore preventivo. Se è così, bene.

 L’IVA (imposta valore aggiunto) è, per sua natura, misura di vivacità economica: chi vende qualcosa paga l’IVA, che poi carica all’acquirente; se l’IVA aumenta, dovrebbe essere indizio di economia in movimento. L’economia esiste solo se è in movimento, se no i soldi è come se non ci fossero.

 Se questa notizia, per quanto sorprendente, è vera – e non ho motivo di negarlo – bisogna chiedersi quali siano le dinamiche di questa economia. Può darsi che incida il turismo, e se è così sarebbe la sola situazione che dà indicazioni sul turismo: se il forestiero prende la solita casa in nero, non c’è nessuna IVA; ma se va a mangiare la pizza, l’IVA ce lo dice.

 Accanto al turismo, quali altri momenti di economia si stanno verificando? Ci sono prodotti calabresi che stanno conquistando mercato regionale, nazionale o magari internazionale, e che comunque comportano l’IVA? Spero di sì, ma vorrei saperne di più.

 Se ci sono prodotti, c’è produzione, quindi lavoro e indotto: e ognuna di queste operazioni comporta un’IVA. Se l’IVA aumenta, vuol dire che aumenta la produzione di qualcosa? Lo spero. La sola giustizia sociale è produrre; poi le cose si distribuiscono da sole, in parti, ovviamente e giustamente, disuguali, ma ce n’è per tutti.

 O forse si stanno spendendo i soldi del PNRR, dopo che, dal 1970, la Regione Calabria ha rimandato sempre i quattrini indietro? Spero sia così.

 Bisogna continuare sia con una politica di stimolo, sia con il divieto di piagnisteo. Il migliore stimolo dell’economia sono i lavori pubblici, e più grandi sono meglio è: il ponte, la 106, la Trasversale… e presto e bene, senza stare a sentire capricci di sindaci che vogliono svincoli, e l’eterna malinconia dei misoneisti.

 Serve perciò anche una decisa reazione culturale. L’economia, insegna il Pareto, è anche una dimensione psicologica, una voglia di lavorare e di godere i frutti del lavoro.

Ulderico Nisticò