Questa sera l’eclissi di luna più lunga del secolo, ecco come vederla


Tutti con il naso all’insù questa sera, 27 luglio, quando per 103 minuti la luna sarà nel cono d’ombra tra la Terra e il Sole e assumerà il colore rosso causato dalla piccola frazione della luce solare, quella rossa, appunto, che è filtrata dall’atmosfera e viene proiettata sulla Luna. Si tratta dell’eclissi lunare più lunga del XXI secolo e durerà, nella sua fase totale, un’ora 42 minuti e 56 secondi.

Il fenomeno sarà visibile, nuvole permettendo, in tutta Italia anche ad occhio nudo. L’eclissi sarà, pertanto, interamente visibile in Italia quando il nostro ‘argenteo’ satellite sorgerà all’orizzonte. Il massimo dell’eclissi è pertanto previsto alle 22:22. E lo spettacolo astronomico terminerà all’1:30 della notte del 28 luglio. Si prospetta dunque un ultimo venerdì di luglio veramente spettacolare per curiosi e amanti dell’astronomia.

In occasione della giornata del 27 luglio la Luna si troverà all’apogeo, cioè alla distanza maggiore dalla Terra e questo determinerà che il diametro apparente della Luna è minore (-14% rispetto al punto di massimo avvicinamento, chiamato perigeo), la sua velocità orbitale è più lenta, il cono d’ombra prodotto dalla Terra è più grande. Ed è proprio l’insieme di tutti questi elementi che produrrà la lunga durata dell’eclissi: in pratica la Luna impiega più tempo ad attraversare l’ombra della Terra. Inoltre, l’eclissi di Luna si verifica quando la Terra si interpone fra il Sole e il satellite (l’eclissi totale di Sole, più spettacolare ma di durata molto minore, 7 minuti al massimo, avviene quando è la Luna a interporsi tra noi e la stella). Nella fase della totalità, cioè quando la Luna si trova interamente nel cono d’ombra prodotto dalla Terra, la superficie della Luna assume un colore rosso cupo. Da qui il fenomeno prende il nome di Luna rossa.

“La presenza di Marte, ‘il Pianeta Rosso’ è un fenomeno indipendente rispetto all’eclissi lunare: per una pura combinazione, in questi stessi giorni e quindici anni dopo la sua ultima «apparizione più che evidente», Marte risulta nel massimo della sua visibilità, creando uno spettacolo nello spettacolo”, spiega l’astrofisico, fondatore e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project Gianluca Masi.


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