Ricordo di don Giovanni Vecchi


 È deceduto in Cile il salesiano don Giovanni Vecchi (Vecchi Alcaro secondo l’usanza spagnola), da più di quarant’anni missionario in America Latina. Di Chiaravalle, trascorse i primi anni della sua salesianità soprattutto presso l’Istituto di Soverato. Fu mio professore di latino in III media; di italiano, latino, storia e geografia in V ginnasio. Era un latinista di spessore, con due qualità rare da trovarsi assieme: profondissima conoscenza di grammatica e sintassi, e straordinaria capacità didattica. Un esempio che i colleghi classicisti capiranno nella sua complessità: la capacità di insegnare quell’oggetto misterioso che è la metrica.

 Ma diciamo anche della sua padronanza della lingua italiana e, per come ho potuto provare io, dei Promessi Sposi, testo canonico del V ginnasio. Lo stesso per la storia romana e la geografia in genere.

E come scordare religione in IV, cioè la storia dell’Antico Testamento? Quando all’università il prof mi chiese di Salomone, e io dissertai tre quarti d’ora a braccio, e quello, stupito, mi chiese, dopo avermi offerto da fumare, “Ma lei, tutte queste cose dove le ha trovate?”, ebbene, non avevo sfiorato libro, ed erano le spiegazioni di don Vecchi.

 Eppure, la vocazione di questo grande docente era di farsi missionario; e trovò comprensibili ostacoli nei superiori, che lo volevano insegnante. Niente, tanto insistette, che l’ottenne, e certo avrà fatto del bene in quelle contradditorie e difficili terre.

 Santo sacerdote, che preghi per tutti noi, con un occhio speciale per i suoi ex allievi.

Ulderico Nisticò