È quanto denunciato in un comunicato dal sindacato Fp Cgil area vasta sanità Catanzaro, Crotone e Vibo diramato a firma di Vincenzo Lacroce. “Nella sala d’attesa dell’ufficio ticket del poliambulatorio si sono vissuti attimi di paura. Da tempo denunciamo ai vertici della azienda ospedaliera – accusa il sindacato – la carenza di personale amministrativo all’interno dei poliambulatori. Ciò crea difficoltà operative nel servizio che risulta ad oggi gravato da un carico lavorativo eccessivo. Per i pochi operatori rimasti in servizio a seguito dei pensionamenti avvenuti di recente, non è la prima volta e, purtroppo, questa mattina nuovamente si sono ripetuti pesanti atti di aggressione tra utenti da parte di persone in attesa di accedere per regolarizzare le proprie impegnative. Attese lunghe ed estenuanti che provocano spesso situazioni di rabbia e violenza che si stanno ripetendo con molta frequenza”.
La Funzione Pubblica Cgil esprime solidarietà al personale dell’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro e agli utenti per l’ennesima aggressione avvenuta questa mattina. “Oltre ai danni fisici agli utenti aggrediti e allo spavento del personale e di tutti i presenti, resta da parte di tutti la rabbia per aver assistito per l’ennesima volta ad un episodio di violenza sul posto di lavoro. Alla luce di quanto accaduto , la Cgil Funzione Pubblica ribadisce quanto più volte segnalato alla dirigenza dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio circa il mancato potenziamento di risorse necessarie ad una corretta assistenza nei confronti dei cittadini e una maggiore tutela degli operatori”.
Il sindacato pone con fermezza la questione sicurezza, vera e propria emergenza: “Questo fatto assolutamente deplorevole, indegno di un paese civile, ci lascia sbalorditi ed attoniti, facendoci sentire indifesi e alla mercé di qualsiasi malintenzionato e deve indurre attentamente a fare riflettere le aziende sanitarie, i professionisti, le istituzioni e l’intera comunità, al fine di individuare delle azioni adeguate, volte a scongiurare il pericolo e ad evitare che l’intolleranza, la sopraffazione e la forza bruta si sostituiscano alle basilari regole della convivenza civile”.