Saluti romani, ovvero Mollis lex, sed lex


 È noto l’aforisma: “La legge è severa, ma è legge”; il che dovrebbe essere applicato a qualsiasi situazione. Nel caso del fascismo, queste sono le norme:

– La XII disposizione transitoria e finale, di cui più avanti;
– La legge 20 giugno 1952, nr. 645, nota come Scelba;
– La legge 25 giugno 1993, nr. 205, nota come Mancino;
– Invece una legge Fiano del 2017 venne approvata dalla camera ma non dal senato; e decadde con la legislatura, venendo dimenticata insieme al suo autore.

 La XII disp. così recita: “E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”. E’ l’unico cenno esplicito, nella carta del 1947 al fascismo, e, preso alla lettera, si riferirebbe solo al PNF, effettivamente “disciolto” da Badoglio nel 1943; e non, per esempio, al PFR. Tutti sanno che nell’immediato dopoguerra e in seguito sono stati costituiti parecchi movimenti e partiti che esplicitamente e pubblicamente si rifacevano la fascismo; e uno di questi, il MSI, poi MSI-DN, fondato il 26 dicembre 1946, dal 1948 fu sempre ampiamente rappresentato in parlamento, culminando, nel 1994, con cinque milioni e mezzo di voti (MSI-DN, non AN come poi tentarono di spacciare!) e la partecipazione diretta al governo Berlusconi 1. Venne poi sciolto… ma da Gianfranco Fini e complici, complici tutti missini o trovatelli; e per tutti i più assurdi motivi tranne uno: il rispetto della legge Scelba. AN ha poi fatto la fine che qualcuno ricorda e che meritava: nel nulla!

 E non è finita. La XII disp. vietava la candidatura di esponenti fascisti… ma solo per cinque anni: mollis, mollissima lex! Esempio, il fascista calabrese Luigi Filosa venne eletto nel 1948, ma la sua elezione fu ritenuta illegittima: dura lex, penserete voi; ma nel 1953, passati i fatali cinque anni e rieletto, entrò tranquillamente in parlamento. E così per molti altri. Alla faccia di Zaleuco e Dracone!

 La legge che si può applicare al fascismo è quella Scelba; la Mancino è generica e punisce “l’odio”, e di fatto è inapplicabile per la sua vaghezza. La Fiano, come detto, cadde nel vuoto.

 A studiarla, la legge Scelba è così “dura”, che dovevano finire in galera milioni di Italiani; nelle cui case fanno bella mostra non solo busti e foto e simboli vari, ma una pubblicistica filofascista sterminata, e qualcuno ha anche il mio libro del 2022. Volendo, bastava entrare in una sezione del MSI, per spedire in gattabuia tutti gli iscritti e votanti. In realtà la Scelba venne applicata rarissime volte, e blandamente.

 E che fare, per esempio, degli studi di De Felice? E delle leggi del Ventennio – non vaghe! – tuttora in vigore, e sancite da un Codice Penale 1930 firmato Vittorio Emanuele III e Rocco; come il Civile è firmato dallo stesso Vittorio, però stavolta “re d’Italia e d’Albania, imperatore d’Etiopia”, e da Grandi. C’è anche un’altra firma, però sorvolo per gabbare l’algoritmo, che, essendo una macchina, è scemetto; e anche ciuco, quindi forse ignora chi siano stati Rocco e Grandi, e anche del Savoia ha scarse notizie.

 Quanto all’ultimo episodio dei saluti, se c’è stata una violazione della legge Scelba, chi di competenza proceda. Dura lex… e deve procedere, chi di competenza, non perché lo dice o non lo dice qualche persona politica o qualche giornale, ma perché è legge. La dobbiamo finire, con le leggi a go go! Dura lex!

 Se chi di competenza non procede, commette un reato: agente, carabiniere o magistrato che sia. E già, un reato: vedete dove si vanno a ficcare le leggi? E siccome il gesto in parola è stato compiuto da molti, moltissimi e in gruppo, però la responsabilità penale è personale, ci vuole un maxiprocesso in aula bunker, con primo, secondo, terzo grado eccetera; però, caso per caso, imputato per imputato.

Ulderico Nisticò