Il 9 novembre è san Teodoro, patrono di Satriano. E già, il santo patrono della Picocca non è la coppia dei SS. Medici come pensano tutti, è questo antichissimo santo greco, venerato in tutti i luoghi legati all’Impero d’Oriente: a Costantinopoli, come patrono dell’esercito imperiale; a Brindisi, con processione a mare; a Venezia, dove è diffuso il cognome Dodaro, Todaro.
Qui serve una precisione linguistica: Θεόδωρος (dono di Dio) si pronunzia, nel tempo e nello spazio, Teòdoro, Teodòro, Todòro, Tòdaro, Dòdaro, Sòdaro…
Fino almeno al XVII secolo, Satriano celebrava il suo santo nella festa solennissima (e bizantinissima!) della Pentecoste, la Discesa dello Spirito Santo, la Santa Sofìa, Sapienza di Dio. Oggi lo si ricorda solo nel giorno liturgico.
Tantissimi santi calabresi sono greci, risalendo al lungo periodo di legame tra la Calabria e l’Impero d’Oriente, politicamente dal VI all’XI secolo, ma culturalmente molto di più. Vennero da tutto l’Impero ogni genere di persone: soldati, funzionari, ecclesiastici, monaci; e, con Niceforo II Foca (961-9), i contadini e soldati che fondarono o rafforzarono i kastellia (castrum > κάστρον > καστέλλιον), cioè i nostri paesi collinari, di cui uno dei più importanti era Satriano, come mostra l’epiteto di Picocca, da Bicocca, fortezza.
I paesi sono tutti ben visibili uno dall’altro; e tutti molto vicini, per consentire l’intervento armato di soccorso. I contadini erano tutti ben pronti, in caso di assalto di Saraceni, e perciò erano organizzati in gerarchie. Contadini guerrieri, ἄνδρες ἀγαθοί. Qui dovrei aprire una parentesi, ma non la apro manco se mi pagate! Insomma… in privato… gratis.
Chi venne dall’Oriente per qualsiasi motivo, portò con sé i suoi santi, e qui ne elenchiamo quanti se ne può:
Agazio, di Squillace e Guardavalle, e della Diocesi;
Anastasia, di S. Severina, dove si dice però Anastasìa;
Andrea Apostolo, di S. Andrea;
Barbara, di Davoli e Amaroni;
Caterina Martire, di S. Caterina I.;
Cosma e Damiano, venerati a Satriano e Riace;
Foca, di Francavilla A.;
Gregorio Taumaturgo, di Stalettì;
Leoluca, di Vibo V.
Madonna di Romania di Tropea e Motta Filocastro;
Nicola, di Cardinale, Gagliato e vari altri luoghi;
Pantaleone, di Montauro
Sostene, che dà il nome al paese;
Teodoro, come dicevamo.
Ricordiamo la diffusione (fino a qualche generazione fa, almeno!) di nomi come Acheropita, Costantino, Filomena, Sofia, Sostene…
Infiniti i luoghi greci e i cognomi, tra cui il mio.
Complesso è l’argomento del dialetto, ricco di parole greche, e soprattutto di una struttura sintattica che richiama il neogreco. E ogni tanto tanto spunta qualche parola di greco classico.
Chi vuole saperne di più, legga il mio articolo su Calabria Letteraria, oggi in nuova veste per l’editrice Città del Sole di Reggio.
Ulderico Nisticò