Sanremo 2023, un altro Festival “esagerato”


Chiacchiere e gossip hanno sovrastato la musica dell’Ariston e qualcosa di buono si è visto da un punto di vista artistico solo grazie a Marco Mengoni, Mr. Rain ed Elodie

Un Festival “esagerato”. Come ogni anno. Più di ogni altro anno. Sulla scia di una direzione artistica che così lo vuole da quattro anni a questa parte, con il placet della Rai, l’occhiolino della politica e il pieno di sponsor e ascolti. Ma, forse, il solo dato dei numeri non può e non deve bastare per dire che “è stato un successo” chiudendo ogni spazio di analisi e riflessione.  

L’edizione 2023 di Sanremo sarà ricordata più per le tante parole (chiacchiere e gossip) che hanno sovrastato la musica dell’Ariston che per la qualità di testi e canzoni. Certo, qualcosa di buono si è visto anche da un punto di vista artistico, a cominciare dal vincitore, Marco Mengoni, passando per Mr. Rain ed Elodie. 

Poi è stato tutto un rincorrersi di tentativi, più o meno riusciti, di mettere insieme tutti e di tutto, top e flop: dalla Banda Musicale dell’Aeronautica Militare ai sex toys di Rosa Chemical, dalla lettura della Costituzione allo sfregio alle rose di Blanco (quasi un’empietà nella Città dei Fiori). 

Opposti che stridono fin troppo, secondo i detrattori della kermesse. Sì, ma che fanno audience, a parere delle schiere di tifosi che a Sanremo vedono solo luci e nessuna ombra.

In tutto questo manovrato baccano, costruito ad arte, il condimento con sale e pepe è arrivato da Fedez, negli improbabili panni del rivoluzionario col Rolex al polso, e dalla consorte Chiara Ferragni, tanto bella e brava sui social, quanto scontata e banale sul palcoscenico del teatro.

Però il Festival è sempre stato questo, mediocrità e scandali, qualcuno potrà obiettare. Certo, ma senza per forza ambire ad autoproclamarsi “specchio” dell’intero Paese, se non addirittura massimo evento culturale (anche no…) dell’Italia contemporanea. 

Quello che certamente funziona di Sanremo è lo spettacolo in sé: il coinvolgimento televisivo, l’immenso mondo dei media che ruota intorno al Festival, l’economia e il turismo che incassano colpi eccezionali. Lo testimonia chi c’era, con l’entusiasmo di una immersione totale ed elettrizzante.

Note positive che viaggiano a braccetto con le polemiche e il clamore di una settimana che Amadeus, con lucida visione, ha saputo portare alle stelle. Lui, però, forse non ci sarà più, minacciato dai siluri dei nuovi equilibri di Governo che male hanno digerito qualche sforamento di troppo sul terreno della politica. E meno male che erano solo canzonette…

di Francesco Pungitore (inviato a Sanremo)