Sant’Andrea Jonio – Presentato il libro “Felicita” di Antonietta Vincenzo


libro3E’ stato presentato a Sant’Andrea  il nuovo  libro di  Antonietta Vincenzo, “Felicita”, nell’ ambito delle manifestazioni estive dell’ associazione “Primavera andreolese”. Per il secondo anno consecutivo, l’ associazione ha voluto offrire agli amanti della lettura una  serata in compagnia della scrittrice Antonietta Vincenzo, creando nell’ antico borgo un’ atmosfera raffinata e familiare, impreziosita dallo sfondo suggestivo di Palazzo Iannoni.

In apertura, la conduttrice Rosi Urso, giornalista di Telemia, ha anticipato alcune caratteristiche del libro “avvincente fin dalle prime pagine, con quel suo stile delicato ed elegante, al quale Antonietta Vicenzo ci ha abituato con Confiteor”.

Sono poi intervenuti la presidente dell’ associazione Josephine Carioti, attrice di teatro, che ha letto alcuni passi significativi del romanzo, e il sindaco di Sant’ Andrea, Nicola Ramogida, il quale ha espresso apprezzamento per questo genere di eventi culturali. “Con la cultura raccontata dalla professoressa Vincenzo e dalla bella voce di Josephine- ha detto il primo cittadino- si vive un’ atmosfera magica”.

Presenti anche due ospiti d’ eccezione: lo storico Ulderico Nisticò e il critico letterario Pasquale Allegro. Nel corso della serata è stata offerta alla scrittrice, in segno di stima e ammirazione, una targa d’ argento, omaggio personale del maestro Enzo Riverso, ambasciatore in Italia della migliore tradizione orafa calabrese e reduce da numerose partecipazioni a programmi Rai. Ultimo, in ordine di tempo, Oscar Tv 2015, dove Enzo Riverso è stato ospite d’ onore.

Il libro “Felicita” è stato, quindi, analizzato nelle sue diverse sfaccettature.

Secondo Josephine Carioti, “questo romanzo emoziona, perché delicato e, in alcuni momenti, lirico, come quando racconta i sentimenti dei protagonisti e l’ amore per il mare. E anche perché fa rivivere antiche usanze, tipiche delle tradizioni popolari calabresi, essendo lo spaccato di un’ epoca lontana che molti di noi ricordano attraverso i racconti dei nonni. Ma è anche un libro attuale, perché nel periodo di crisi che stiamo vivendo molte persone, per poter sopravvivere, si sono viste costrette a riscoprire mestieri  e arti del passato, come il cucito, l’ artigianato, la pesca”.

Ulderico Nisticò  ha dato una chiave di lettura multidimensionale, spaziando dall’ interpretazione psico-sociologica all’ analisi squisitamente tecnico-narrativa.  “Felicita può essere letto da diverse angolazioni- ha detto- E’ un romanzo straordinario sia dal punto di vista storico che letterario, per il modo in cui gli eventi storici si intrecciano con quelli fantastici. Sotto il profilo storico- ha osservato- descrive un’ accelerazione della storia, cosa molto rara, perché solitamente i secoli passano, ma le cose restano immutate. Ogni tanto, però, si verificano delle impennate. In questo romanzo viene colto, appunto, un momento della nostra storia locale, in cui sono accaduti degli avvenimenti, come la nazionalizzazione delle ferrovie, che hanno improvvisamente e totalmente modificato la visione della vita e del mondo. La vicenda narrata è emblematica dell’ enorme progresso sociale che ha vissuto chi è passato dalla condizione di contadino a quella di impiegato statale. Il lavoro in ferrovia ha trasformato una famiglia, facendola crescere di livello.  In questo contesto Felicita acquisisce autorevolezza. Perché- ha spiegato lo storico-  è con l’ occhio della storia che va  vista l’ emancipazione di questa donna, che  ha frequentato la seconda elementare, che sa leggere le lettere provenienti dal fronte, che si è guadagnata il titolo di “donna Felicita” grazie al posto di responsabilità ricoperto da suo marito. Un uomo, Gabriele, che sembra cattivo, ma che in realtà è solo  sconvolto dal troppo rapido mutamento dei tempi. Questo libro- ha affermato Nisticò- è la macrostoria di un popolo vista attraverso la microstoria di una famiglia, a riprova di come un romanzo può insegnare molte più cose di un pesante libro di storia”.  Nisticò si è soffermato, poi, a spiegare il pregio letterario di Felicita, consistente “in certe sottili invenzioni e volute ambiguità, che sono il sale della letteratura”. A partire dall’ accento mancante nel nome, “un bel gioco letterario – lo ha definito il professore- che ha offerto all’ autrice il pretesto per raccontare il cammino di Felicita verso la Felicità, quella con l’ accento. In questo romanzo- ha concluso Ulderico Nisticò- c’è il progresso economico, sociale, psicologico e personale. C’è un protagonismo corale”.

Il critico Pasquale Allegro ha messo in risalto lo stile asciutto e luminoso della scrittura, caratterizzato da un lirismo appena accennato e da una prosa concreta e piena di bellezza.  “In questo romanzo – ha detto Allegro- non c’è suspance, nel senso di azione e colpi di scena. Tuttavia il racconto è sempre un po’ teso, si ha costantemente la sensazione intrigante che stia per accadere qualcosa. Felicita è un romanzo che ti concilia con il mondo. Che ti conduce a una sorta di purificazione dello spirito, con quella sua nostalgia avvolgente. Un tepore nostalgico, dentro pagine dalle sfumature delicate delle relazioni umane, in mezzo alle quali c’è una giovane donna, ritratta al centro di un disegno finemente ricamato, fatto di sentimenti e di tempo. Il lettore, grazie a Felicita, può ritornare a credere in qualcosa. Che sia la Provvidenza o la Letteratura, poco importa”.

Antonietta Vincenzo, nel ringraziare gli ospiti e il caloroso pubblico, ha sottolineato il suo desiderio di raccontare nei libri il volto sano della Calabria, fatto di sentimenti, di semplicità, di consuetudini, ma anche  di aspirazioni e di conflitti interiori. “L’ input per scrivere questo romanzo- ha detto- me lo ha dato la nostalgia della mia infanzia, con i suoi racconti e i suoi ricordi. Soprattutto il ricordo di quando io, bambina, la sera mi addormentavo cullata dalle voci dei miei genitori che intonavano dolci canzoni. E dalle note struggenti del mandolino. Quel mandolino che, in Felicita, è sempre presente”.

Antonella Mongiardo


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